Il suonatore di sitar
Ho incontrato un suonatore di sitar
nel sottovia prossimo al metrò:
sbucano, con la musica, i ricordi
e tornano le ombre d’un passato
troppo mio,
troppo bello,
troppo folle
di quell’irragionevole illusione
che fa del tempo riccioli per gli angeli
e degli specchi gocce di sorriso,
parentesi di falce della luna
a racchiudere un attimo di sogno.
No, non ora, no…i ricordi!
(e mi sei accanto
come allora
come sempre)
s’è fatto pietra il cuore
e solido cemento i desideri
fimzione o inganno
al mio andare reale
che non ammette vagheggiamento alcuno
e non concede deroghe al destino.
M’avvolgono le note
(e mi sei dentro
come allora,
come sempre)
ti lascio fluire,
ti lascio fluire,
momento colpevole, lo so,
sul corpo e nel pensiero
teneramente fragile
quando lo sfiori appena
e, per un palpito ancora,
ti ritrovo.
Era la nostra canzone!
Silvia 19 febbraio 2006
Pensavo di intendermi di strumenti musicali, ma il SITAR proprio non lo conosco….
Ho postato la poesia di Silvia con la sua gentile autorizzazione:)))
L’attimo in cui il ricordo affiora è come se il tempo non fosse mai trascorso…
Brava.. poi mi piace quel suonatore di sitar 😉
Un sorriso
Ars
I ricordi che all’improvviso riaffiorano non sono momenti colpevoli ma testimoni di vita vera e viva.
Non sei la sola a sentirti così.
Coinvolgente…ciao
E’ bella, brava.