Fremiti stanchi nelle infinite danze delle notti oscure.
E in attesa di cadere e non udire più il rumore, ecco ancora il pensiero, desiderio armonico e perpetuo che lambisce lenti movimenti, una scheggia di luce tagliente sfiora l’inverno mentre sussurra note gelide. Suoni nuovi ancora sconosciuti, preludio di un lungo letargo.
Sapori stanchi nei soliti gesti interrotti dal tempo dei giorni bui. Carezze come calde onde morbide avvolgenti.
La fragilità discende in lacrime di cristallo trasparenti, da guardarci dentro, con il respiro che cerca le gocce, scivolare sulla luna, pallida e stanca, mentre ti guardo seduta sull’orlo della vita, a decidere se vivere ancora morendo o vivere vivendo. L’attesa si spegnerà fra le parole e gli spazi di silenzio. Profumo desiderato in frammenti di musica.
Una pagina che tocca il cuore lasciando un segno profondo. Uno stile di grandissimo impatto ed una narrazione estremamante raffinata e suggestiva…
Davvero una lettura meravigliosa.
Un caro saluto
Maya
E’ difficile per me stabilire un passo che mi piaccia più di un altro. E’ uno scritto, dal mio punto di vista, eccezionale: mi rimane dentro in particolare: “pensiero, desiderio armonico e perpetuo che lambisce lenti movimenti, una scheggia di luce tagliente ”
Un bacio
soffice il tuo modo di scrivere….