Lungo le pieghe ardenti
si fonde il desiderio
di bere a nuova fonte.
Le dita si gettano nel fuoco
della pelle che si arriccia
a trattener la carne,
s’arrischiano alla cima
dei seni da bambina
che lanciano lapilli,
come vulcani in vita.
La notte ch’è già buia
si spegne d’improvviso,
scompare nella luce
di questo immane incendio.
Ed ecco le tue mani
gettarsi nella lava,
anticipar le labbra
che poi su fan ruscello,
fiume gonfio d’acqua,
e vanno a metter pace
alla foresta in fiamme
che è nel corpo mio.
Mi sale addosso
l’odore della quiete
che sta per arrivare
e vedo i tuoi capelli
spargersi intorno ariosi.
Ma l’animo furente,
ch’è padre dei miei giorni,
irrompe
e frana
su questa nostra notte
fermandone l’andare.
Perché bruciare adesso
soltanto per un’ora?
Proprio “bruciante” quella domanda finale.
Bellissima lirica.
Grande intensità passione e raffinati versi complimenti
Grande intensità, per questi versi passionali e torniti da una grande ricercatezza…
Un abbraccio
davvero bella evochi immagini delicate di atmosfere quasi fiabesche nel bene e nel male e il fuoco domina i tuoi versi..
Intensa come lapilli ardenti.