Seta

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Soffierai sui fili invisibili
della nostra storia,
voleranno liberi
mostrando il colore
nei varchi del vento.
Il giallo del sole
illumina il rosso del mio bacio.
Le tue mani
libere sul mio corpo
seguiranno la via della seta.

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Carina Spurio

Teramo. Una poesia, una donna, una storia.
Nell’istante in cui ti fermi a guardare il volto del cielo comprendi che nessuno potrà mai cambiare ciò che sei. Lassù, nell’azzurro immenso, perdi il senso delle orbite reali, delle forme ellittiche e dei miliardi di anni in cui i pianeti percorrono la loro traiettoria senza finire verso il Sole, fino a quando, in un punto che non è più lo spazio, ci rincorreremo tutti tra il ricordo della vita che fuggì con il vapore acqueo tra le dita, sospesi tra il visibile e l’invisibile.

Reduce dalla presentazione della riedizione aggiornata del mio primo libro di poesie “Il sapore dell’estasi”, 2006, (presentato all’Auditorium S. Carlo), mi ritrovo, all’interno del grande contenitore “Teramo Città Aperta al Mondo” 2007, nelle Mostre ed esibizioni che raccontano l’universo della teramanità, a cui, il presidente dell’associazione Ipernova mi invita a partecipare, per commentare in versi, le personali di cinque artisti teramani che esporranno nei locali del centro storico.

In quella occasione conosco l’arte naif del pittore tramano Mario Lamberti, la pittura sensuale di Giovanna Liberatoscioli, le linee razionali di Johnni Ricci, le sculture di Gianluca Di Giovannantonio, i pittori Marino Melarangelo, Sergio Florà e Vincenzo Di Blasio.

Scopro l’arte attraverso colori magicamente condensati, le Muse inquietanti, le linee curve spezzate, la scultura. “Scrivo in bilico” tra le immagini ed i sensi, nascono molte poesie, ma il mio percorso, in quel momento, non era la terra di provincia. Altre esperienze e confronti mi aspettavano in campo nazionale ed internazionale, confermando, quanto la terra d’origine e l’ereditarietà, hanno poco da condividere con ciò che sarà, soprattutto, quando hai da dare qualcosa che non è tuo ma ti appartiene. Pochi mesi dopo apprendo con sorpresa che la poesia “Nero di vite”, dedicata al quadro “Elisabetta”, di Giovanna Liberatoscioli, è stata selezionata dalla casa editrice Il Filo, la stessa, verrà stampata contemporaneamente a Napoli, sulla locandina pubblicitaria del Concorso di Poesia dedicato al Beato Gaetano Errico, Secondigliano,2007, comparirà, dopo essere stata selezionata ancora una volta, all’interno dell’antologia poetica “Florilegio”, Rende (Cosenza), 2007.

Non nascondo di aver avuto momenti di personale sconforto “nel mezzo del cammin della mia vita abruzzese”, nemmeno, che ho dovuto fare appello alla mia grande forza interiore per combattere le concezioni provenienti dai luoghi comuni. Oggi, penso sia stato un bene. Ho diffuso la mia poesia in molte città della nostra penisola. Mi sono confrontata, nell’ultimo concorso al quale ho partecipato, con tremila concorrenti. Le immagini provenienti dal cuore, divenute espressioni in versi, hanno trapassato la materia e poi, la terra. Di solito, si parte per conoscere il mondo e si ritorna per ritrovare sé stessi. Io sono partita perché nella mia città non c’era modo di abbattere “il muro” e sono ritornata con un’ottica diversa, che ora considera altre realtà e una bellissima lusinga: l’ aver lasciato un verso firmato in molte città italiane. Il mio pensiero, mentre sto scrivendo, vola per un attimo al mio esordio sul palco de “La Villa Suite”. Era il 2005. Compaio dal nulla con il mio primo libro di poesie “Il sapore dell’estasi”, Edizioni Kimerik. Esordio ingenuo. Si affaccia alla memoria come a ricordarmi le emozioni di quel giorno, affinchè altre immagini scorrano armonicamente. La Villa Suite, è il giardino di provincia che mi ha visto sbocciare in un giorno d’agosto. Nessuno avrebbe scommesso su di me. Logicamente. Il palcoscenico nell’acqua, tra i cigni, quella sera, diffonde una nuova voce, richiamando l’attenzione su di una ragazza sconosciuta alla critica militante. Successivamente, cerco di raccontare la mia storia, di divulgare un messaggio positivo. Incontro il silenzio e nella mia scuola, “la maleducazione”. E intanto a due anni dall’esordio, le antologie che contengono le mie poesie diventano 21. Mi classifico al premio di Poesia Internazionale oraganizzato da Massimo Lombardo Editore (Caltanissetta),2006, al Premio Nazionale Dante Alighieri di Padova organizzato da Vincenzo Grasso Editore (Padova),2007 e mi classifico alla terza edizione del Premio Totus Tuus dedicato a Giovanni Paolo II, Patti (Me), 2007.

Come ben si legge in una mia poesia tutto parte da Messina: “E mi rivedo a difendere versi di carta/contro le sfingi, verso la libertà./A sfidare la sorte, forzare gli eventi,/ rincorrer parole in terre del sud. /Contro tutto. Contro tutti./Sedotta da una strana creatura: la Poesia./” Continua passando per Milena, (Caltanissetta): la poesia “Metafore” vince un Concorso di Poesia Internazionale “Dai Micenei ad Internet”:

“Il Premio di Poesia – afferma il dottor Paolo Tona, ideatore della manifestazione, inserita nei programmi dell”Estate milenese – si prefigge uno scopo ambizioso, forse di là dei limiti che le attuali condizioni sociali determinano, ma che, in un futuro, non molto remoto, svilupperanno: fare tornare la poesia direttamente nelle mani dei poeti e del popolo, baipassando le case editrici e le grandi consorterie letterarie, perché in internet, il luogo più anarchico dell’ universo, ognuno può esprimersi e farsi conoscere senza obbligatoriamente passare sotto la mannaia della cultura ufficiale.” Curioso riscontrare come la poesia “Metafore” abbia rispecchiato in pieno il tema del concorso siciliano, di fatto, il mio primo libro “Il sapore dell’estasi”, 2005 era stato rifiutato, all’ultimo minuto, da una casa editrice teramana e accusato di contenere “termini forti”. La notizia, a suo tempo, bloccò il mio percorso. Avevo molte copie ordinate. Ero disperata. Non sapevo come fare. Vedevo ombre ovunque mentre “consiglieri di provincia” mi suggerivano di non pubblicare, viste le sorti della Poesia, considerata un po’ “la cenerentola” del mercato editoriale perché; non si vende. Così, scrissi “Metafore”; in preda al graffio dell’anima e indifferente al risvolto economico di un verso. La mia storia, oggi, è una testimonianza. Conferma che si possono combattere i pregiudizi e le paure dei mortali quando riducono un nostro progetto alla mediocrità dissentendo a priori e si conclude con una bella notizia, dimostrando quanto il destino, alla fine, sia la determinazione.

In un momento difficile per il mercato editoriale italiano è in stampa la mia quarta raccolta poetica dal titolo: “Tra Morfeo e vecchi miti” (Nicola Calabria Editore, 2008). Il nuovo libro, si aprirà con il verso “Amo sempre il colore”, poichè l’ispirazione per la realizzazione del libro, è arrivata dalla poesia “Euritimia cromatica” (Poesia vincitrice del premio Dante Alighieri), recensita magistralmente, all’interno del volume, da Vincenzo Grasso Editore (Padova). Il testo, avrà la prefazione di Sandro Galantini, importante storico e giornalista abruzzese. In copertina la nota pittrice teramana: Anna Maria Magno, Omaggio a Frida Kahlo, olio su tela.Quadro in permanenza presso la Galleria D’Arte “Il grifone”, Lecce.

13 COMMENTS

  1. Creatura dei miei sogni…ti credevo perduta nei recessi più profondi dei miei pensieri…e invece sei tornata da me con tutta la tua sensualità…”seta” sul mio cuore…ambrosia per inebriarmi!

  2. “Seta” di Baricco è la storia di un uomo. Un allevatore di bachi da seta che arriva in Giappone: “terra ai confini del mondo.”
    Un luogo comune di mille racconti è l’incontro fatale, lei è sempre bella, misteriosa e ladra dei sensi.
    E’ ancor più noto: la bella fanciulla lascia un segno nel cuore dello straniero che insegue il suo sogno come solo s’inseguono i sogni impossibili.
    “Seta” è la storia di un sogno, raccontato da penna poetica, piccolo oggetto contenente inchiostro come le uova dei bachi da seta contengono lunghi e colorati fili che possono avvolgere un amore, congiungere esistenze, metterci di fonte ad altri occhi.
    La mia “Seta” si associa al tessuto pregiato e leggero del romanzo di Baricco, resta un omonimo, di fatto è un semplice pugno di versi che racconta un amore improvviso.
    E da un’effusione d’amore nascono immagini percepite che si toccano, si sfiorano delicatamente, si congiungono, si accarezzano e la danza dell’amore volteggia nella luce.
    La poesia contiene i segreti del mondo, “un fluido magico colorato di fantasie” e così come una storia anche un verso “scritto” ci può salvare.
    Buone feste….
    Carina Spurio.

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