Rien ne va plus

Dalla serie Desire di Rob Efferan, particolare

Vai via e già manchi
a due passi da me
stupore d’assenza nuova.
Hai una donna
che ti aspetta al binario
qualche certezza ben costruita
lungo treni sempre in corsa
sfrontato architetto
di rotte a me straniere.

Io non ho che una sera adagiata
su promessa d’estivo temporale
a stemperare pieghe afose
di pensiero
come il divano
che sa della tua pipa.

– Ricordando A. –

***

Immagine: dalla serie Desire di Rob Efferan, particolare

4 Commenti

  1. Lui ha la sua vita… lontana come treni in corsa che non fermeranno mai al tuo binario perche’ lui ha gia’ scelto un’altra fermata dove l’aspetta l’ altra donna e qualche certezza gia’ costruita. Sei consapevole che l’ Architetto non ha incluso anche te nel Suo disegno-destino o forse e’ proprio Lui a non volerti nella costruzione del suo futuro. E leggendoti mi sta sorgendo la solita domanda…ma … chi dirige questo gioco ? Il cosi’ detto destino gia’ tracciato o siamo noi che, con le nostre decisioni ce lo costruiamo? burattino o burattinaio ?
    Nel amore non vale.. perche’ sbagliare nel maneggiare quei fragili fili si rischia di distruggere un anima…ed il pensiero che forse doveva andare cosi’..forse non era scritto che noi due… non aiuta tanto…anzi..
    E come fare a non cercare comunque di fermare questo treno a noi non destinato quando dietro di se lascia impregnato un cuore come un divano che sapra’ per tanto tempo dell’odore forte della pipa.

  2. ……les jeux sont faits…
    Non so se definire questi versi malinconici o liberatori.
    Mi trasmettono un senso di pacata rabbia e di arrabbiata consapevolezza di una rassegnazione d’amore.
    L’immagine che mi appare è quella di una donna che attende…l’avverarsi dell’impossibile di un amore un po’ bugiardo…
    anche la foto del post la trovo perfetta..

    Scusa Daffodil per la mia interpretazione se non corrisponde alla realtà ma scrivo sempre ad emozioni e non con ratio o logica o quel che intende l’autore.
    Ognuno che legge è un mondo a sè..

    Un caro saluto.

  3. Versi felicemente ponderati e dal largo respiro… leggerli fa adagiare le sensazioni in un tappeto di equilibrio e pacatezza… fa trovare un posto perfino al dolore per la sua assenza, fa pensare a come la vita sia crudele ma allo stesso tempo dolcissima, nel gioco inelusibile del tempo che passa, depositandosi in quei pomeriggi, e in quelle sere d’estate, che siamo noi.

    Bella davvero questa: “rien ne va plus”!

    Lerri

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