E ti rivedo, padre,
sicuro e dritto sull’impalcatura,
la mestola in mano,
sporche le vesti di calcina, o nei campi,
intento alla zappa o alla vanga
secondo le stagioni.
Adesso, padre,
c’è nebbia nei tuoi occhi
e melagrana amara a sgranare
é l’amarezza dei tuoi giorni a venire.
Un terribile morbo ti fiacca l’anima.
Ben lo sapevi, padre che non c’è premio al fine
in questa nostra umana avventura
e solo vecchiaia e morte saran la ricompensa.
E’ nel sogno l’unico senso della vita,
l’unica gioia che ci è data, quando la mente pensa
e la mano esegue il suo progetto, incurante della stanchezza.
Di te, padre, mi rimarrà il ricordo
di uomo forte e buono che realizzò molti sogni.
Di te parleranno le tue opere di mattoni e pietre.
C’è una crepa nel muro da riprendere, sai
e nell’orto l’ortica di nuovo insidia il solco.
Ma altre mani eseguiranno, padre,
ciò che la tua mente
ancora confusamente insegue.
Riposa adesso, e attendi
il meritato riposo fra le stelle.
Immagine: La raccolta delle olive di Andre Deymonaz
Ti ringrazio, Vittorio, dei tuoi complimenti per questa mia lirica che per adesso non ha avuto consensi ai concorsi ai quali l’ho inviata. Comunque anche a me piace, e poi la trovo un atto d’amore per mio padre che sta vivendo un periodo terribile, forse l’ultimo, della sua esistenza. Grazie davvero, le tue parole mi inducono a credere ancora a questa poesia. A risentirci, Lenio.
Questa lirica di Vailati contiene accenti di vibrante umanità e, anche se velati dall’amara constatazione dell’inesorabile trascorrere del tempo,esprimono a piene mani l’amore per il vecchio genitore. Nella sua semplicità e schiettezza questa poesia esprime, fortemente, il sentimento e la sensibilità di un poeta che appare triste e pessimista temendo, quasi, di subire dalla vita lo stesso, invariabile, trattamento.
Tecnicamente pregevole. Bravo!
Grazie Alba, hai compreso in pieno lo spirito della mia poesia e il dramma che ha colpito mio padre e tutti noi che gli vogliamo bene. La forza della vita va oltre ogni amara realtà, ci porta di nuovo ad affrontarla anche se il corpo ormai non ne é più capace.Grazie infinite per i tuoi graditissimi complimenti, Lenio.
E’ una poesia veramente toccante.
Il padre, figura forte di ogni figlio, inizia a mostrare i segni di una debolezza causata dalla malattia che lo sta devastando. Malgrado tutto, la forza della vita lo fa continuare ad erigere quel muro con la mestola in mano e le vesti sporche di calcina simbolo di un sogno che non vuole assolutamente svanire, ma ahimè trionferà soltanto grazie ai figli che madre natura gli aveva donato. Complimenti Lenio!!!
Certo che mi ricordo di te, cara Mariela! Mi fa molto piacere che le mie poesie ti siano piaciute e vorrei tanto leggerne alcune delle tue. Intanto ti saluto e ti mando un grande abbraccio, con l’augurio di ritrovarci in qualche bel concorso, Lenio.
Ci siamo conosciuti a Teramo e abbiamo fatto un tratto di viaggio al ritorno insieme. Ricorda? Ho letto le poesie sono di una dolcezza infinita complimenti di cuore. Un saluto speciale a sua moglie.
Mariela Ramos
Eh sì Lenio, cosa vuol dire una terribile malattia che non puoi fermare ma solo, in parte, rallentare sapendo che degenererà e ne vedrai ogni straziante lato sotto i tuoi occhi, anzi, con lo strazio in più di conoscerne gli sviluppi ed attenderteli lo so purtroppo molto bene, avendo assistito nei miei genitori e suoceri a dolori e declini, fisici e mentali. Mio suocero è stato preda di un Parkinson, mia suocera col diabete è giunta alla cancrena…. riguardo a quel che concerne i miei genitori lascio perdere. Per questo adesso, nel quotidiano, sento sul mio cuore i pesi altrui e nel suo interno ogni trafitta, ogni sanguinamento. Mia nonna diceva spesso “Corpo pieno non capisce corpo vuoto”, riferendosi ovviamente a colui che, sazio, non comprende chi ha fame. Ma nella vita lo si applica purtroppo ad ogni sfaccettatura del soffrire, sia fisica che morale, dolore spesso invisibile ai più. E’ appunto per questo che prego di poter essere ogni giorno, ogni istante, sempre e comunque un cantore di gioia e di speranza. Per andare avanti. BBB
Certo, carissima Beatrice, c’é una forza immensa dentro di noi che ci porta a vincere la fame, la stanchezza e qualunque altra cosa ci impedisce di realizzare i nostri sogni, ma ci sono anche, nella vita, alcune malattie verso le quali ben poco possiamo fare con la nostra volontà di uomini. A volte non basta l’amore, occorre anche che il caso, o la fortuna, o il destino, ci diano una mano. La follia ci permette talvolta di sperare nell’impossibile, di continuare a lottare anche quando sembra che non ci siano più possibilità, e invece almeno una sussiste ancora. Forza, Beatrice, continuiamo ad essere fieri dei nostri sogni, aggiungiamo pure al nostro animo un pò di pazzia e speriamo che la fortuna, o il caso, o il destino ci aiutino. Grazie per il tuo bellissimo commento, un abbraccio, Lenio.
“… e melagrana amara a sgranare/ è l’amarezza dei tuoi giorni a venire…”
caro Lenio, questo passo davvero splendido mi ha toccato il cuore, così come: “è nel sogno l’unico senso della vita”. Sarà perchè, tu ben lo sai, sto come te cercando di perseguire attimo dopo attimo i miei sogni fino a concretizzarli,talvolta seguendo l’impeto e l’istinto quasi senza accorgermene, tale e quale a “…la mente pensa
e la mano esegue il suo progetto, incurante della stanchezza.” Quando i nostri sogni lievitano nel quotidiano dentro di noi al punto di non farci sentire sete, fame, sonno, paura ma ci portano al distacco dal momento e dal luogo… allora sorge una grande forza in noi, inossidabile e inamovibile, impastata di testardaggine e fierezza, forse di follia ma anche di un’esaltazione-estasi che, alla fine, simile a un ariete, a testa bassa riesce ad aver ragione di ostacoli di ogni genere, dalle incomprensioni del mondo alla fatica, al convivere con dolore e malattia propri o dei propri cari, al far coesistere regole e doveri con la passione vitale che per i narratori ed i poeti ha il vibrante nome di “scrittura”. Sempre avanti Lenio! Un abbraccio partecipe da Beatrice B B
Grazie a te, Lorenza, per questo tuo vibrante e commosso commento. Anche a me, sai, pochi poeti contemporanei mi fanno ‘vibrare’, e questo perché il più delle volte le loro poesie sono impeccabili dal punto di vista estetico ma sono carenti da quello del cuore. Se non si scrive con la penna dell’amore, del sentimento, del nostro cuore, le parole che ne verranno fuori saranno aride e non sapranno trasmettere altro che aride emozioni. Grazie, a risentirci Lenio Vallati.
Carissimo Robert, come al solito sei prodigo di bellissimi elogi nei miei confronti, che fatti da te assumono particolare valore in quanto sei davvero bravissimo, con le tue poesie e i tuoi racconti, a toccare le corde del cuore. Un grazie particolare, quindi, e un augurio di sempre maggiori successi al ‘Manuale’, un abbraccio Lenio Vallati.
Grazie, Marghy, credo davvero che sia una poesia profonda perché vissuta ogni giorno, ed é anche una poesia amara perché nel caso di mio padre senza speranza. Vedi, io credo che ogni uomo debba accettare il proprio destino, e la vecchiaia e la morte fanno parte di noi al pari della giovinezza e della vita, ma non si può non ribellarsi di fronte a una malattia debilitante che ti rende ombra di quello che eri. Io mi auguro non di vivere a lungo, ma di vivere bene finché vivo. Purtroppo queste mie parole non valgono a niente, noi non siamo in grado di scegliere la nostra esistenza ma solo di subirla. Grazie, Marghy, delle tue bellissime parole. Sono la consolazione più bella alla mia amarezza di figlio. A risentirci, Lenio Vallati.
Sarà perchè il tema del padre per me è particolarmente all’ordine del giorno (è l’argomento del mio ultimo libro), sarà perchè amo la poesia ma so scrivere solo in prosa, sarà perchè pochi poeti contemporanei mi fanno vibrare: comunque grazie. Per una poesia così.
Carissmo Lenio, tocchi le corde profonde del cuore con versi ed immagini di grande impatto emotivo e di assoluto valore poetico.
Quando una persona… è immersa, profondamente immersa corpo ed anima in una situazione, si sente quando questa persona proietta le sue sensazioni su di un pezzo di carta.
C’è il dolore degli arti che si ribellano alla volontà della mente, il corpo che tradisce la volontà di vivere, il destino a cui tutti siamo proiettati, quello che sta diventando un tabù perchè la nostra società protesa verso una ipotetica vita eterna non accetta la vecchiaia nei suoi piani.
Un tema forte, difficile da trattare. Anche se tutti dobbiamo affrontare la vecchiaia, un giorno, è un tema che mette angoscia. Perchè nel momento in cui inzia ad arrivare la vecchiaia, il senso della vita si sbriciola come del legno marcio.
Perdonami per questo commento lunghissimo, ma è per rendere onore alla tua poesia. Bella, malinconica, piena di domande inespresse e dolorose.
Una poesia “piena”, profonda.
Marghy
Grazie, cara Daniela, la poesia ci accomuna e permette a tutti noi del Manuale di donare qualcosa di noi stessi per poter superare la durezza della vita. E’ un gran dono la poesia, che ti ripaga del tuo sacrificio con commenti belli come quello che mi hai inviato. Ancora grazie e a risentirci, Lenio.
Grazie, Nicla, purtroppo i sentimenti che ispirano la nostra poesia non sempre sono inventati, ma spesso costituiscono la nostra dolorosa realtà di uomini. Forse per questo motivo sono carichi di un’umanità particolare, e di una commozione che purtroppo ci riguarda da vicino. Un abbraccio grande, Lenio.
Carissimo Francesco, grazie a te che hai definito grande la mia poesia,di certo é una poesia di sofferenza per la realtà che adesso mio padre deve affrontare e che pesa anche nel cuore di tutti coloro che gli vogliono bene. Ceto noi figli continueremo l’opera dei padri e questo sarà il più grande dono che possiamo fare per loro. Ancora grazie, Lenio.
Carissimo Andrea, ti ringrazio per questo tuo meraviglioso commento. Mio padre, per fortuna, é ancora vivo, ma non riceve più niente di bello dalla vita. Nonostante questo cerca di farsi coraggio, anche perché é attorniato dall’affetto di amici e parenti, l’unica cosa che riesce a strappargli ancora un sorriso. Spero che ci rivediamo presto, troppo belle sono le cose che scrivi su di me. Non so se sei troppo buono con i tuoi giudizi, ma di certo ti posso dire che ogni mia parola nasce direttamente dal mio cuore. Un abbraccio, Lenio.
Cara Luciana, la vita continua nonostante le sofferenze, e dei nostri cari rimane solo il ricordo. A noi figli il compito che qualcosa di loro rimanga nei nostri cuori, per continuare quella strada da loro intrapresa. Grazie delle tue parole, che sicuramente faranno felice anche mio padre, a risentirci, Lenio.
Cara Marinella, mi fa molto piacere che la mia poesia ti abbia emozionato. Purtroppo per me non fa parte di antichi ricordi ma del presente che tuttora vive mio padre che soffre da qualche anno del morbo di Parkinson. Mio padre era una persona molto attiva, faceva il muratore ma si arrangiava a fare un pò di tutto, e ogni anno tirava avanti l’orto per tutta la famiglia. Adesso fa fatica anche ad alzarsi dalla sedia, e a parlare, e questa sua nuova condizione gli pesa in modo enorme. Per questo motivo questa poesia ha per me un significato particolare, é un mio piccolo dono per lui, e il fatto che piaccia mi rende molto felice. Grazie ancora, Marinella, e a risentirci, Lenio.
Caro Lenio,
sembra anche a me di vedere le dolci immagini dei tuoi ricordi e della tua malinconia. Sai trasmettere, con i tuoi versi, tutta la bellezza e la durezza di una vita. La tua poesia è un bellissimo dono.
Daniela Quieti
Gran bella poesia con quell’incipit che induce subito alla commozione: “E ti rivedo, padre…”
Una poesia che canta egregiamente i sentimenti umani e l’umana avventura.
Nicla Morletti
Anche se” melagrana amara a sgranare
é l’amarezza dei tuoi giorni a venire” il valore di una vita spesa in tale modo è la tua e la nostra eredità. Di lui parleranno le opere di mattoni e pietre e la crepa nel muro, l’ortica nel campo a lui ricondurranno, a quanto ti ha donato e trasmesso, continuando l’opera.
Che grande poesia, carica di umanità e cuore.
Grazie
Francesco
Come sempre un testo ricco di pathos, che nasce in questo caso dalla stessa concreta realtà : una persona cara sofferente, ma anche da quella apparentemente irrilevante di poveri e semplici oggetti che gli sono appartenuti e che nel cuore di un figlio acquisiscono la preziosità delle reliquie.
Al di fuori di tutti gli schemi ma sempre e comunque poeta di alto valore Lenio Vallati, non una parola enfatica in questa elegia che nella sua sobrietà mi ricorda i versi scritti da Catullo per il fratello scomparso.
Di particolare qualità i versi ” c’è una crepa nel muro da riprendere, sai/ e nell’orto di nuovo l’ortica insidia il solco ”
i miei complimenti
Andrea
Caro Lenio,
nella tua generosa scrittura che comprensiva porge una carezza a tutti, non potevi trascurare la figura del padre. Un ricordo struggente che dona l’idea e la speranza della continuità della specie e dei valori familiari nel verso “ma altre mani eseguiranno,padre, ciò che la tua mente confusamente insegue”. E noi, figli, dopo un’attimo di giovanile distrazione e ripulsa, continueremo ad annodare quel filo che congiunge l’umanità attraverso la storia.
Complimenti di cuore.
Lucia Sallustio
Che emozione Lenio,
Avevo già letto la poesia in una delle ultime iniziative. Sola con il silenzio della mia stanza posso ascoltare il canto tuo d’amore che trascina sentimenti antichi, che fa piangere il cuore di ricordi dolci. Unica consolazione che rimane dei nostri cari. BRAVO!
con affetto
marinella(nonnameri)