Lettera alla madre “ritrovata” –
Franz Kafka scrisse la lettera al padre, il mio non ne ha bisogno, in un altro tempo ci bastava uno sguardo per sentirci complici di un dialogo che non è mai venuto meno, oggi è venuto il momento di deporre armi inutili e chiedere perdono a una madre: la mia. Mia madre rideva raramente, non ricordo molte tenerezze, solo mutismi e una certa indifferenza verso me che non riuscivo a capire, rincorrevo la sua attenzione preparando piatti che non mangiava, ero brava a scuola, lievitavano voti che lei non ha mai visto e mentre gli anni passavano mi accontentavo di sapere che c’era, a modo suo. Mamma, solo adesso ho capito, ora che sono diventata “grande” e la vita è stata generosa ma anche beffarda, adesso che ho trovato le lettere che scrivevi, quando giovane e innamorata sognavi un futuro felice con il tuo affascinante aviere, stregato dai tuoi occhi color di cielo. Tu non sei mai stata figlia, i nonni con la loro severità, ti avevano relegato nell’angolo più nascosto di una famiglia chiusa in ataviche regole; sei diventata madre senza che nessuno ti insegnasse ad esserlo, la tua “assenza” nella mia vita di ragazza e di donna, nascondeva l’incapacità di gesti amorevoli che anche tu non ha mai avuto, la tua indifferenza non era altro che la naturale difesa di chi ha paura delle proprie cedevolezze.Ci siamo perse molte cose, mamma, sarebbe bastata una parola, la tua o la mia, un abbraccio, una confidenza, solo incomprensioni e raramente un sentore di vicinanza che svaniva subito, appena ti accorgevi di aver dato qualche cosa in più. Sai ho messo i fogli azzurrini nelle buste datate 1944, ho preso una scatola rossa, sono li con tutte le tue foto e con le mie di quando ero piccola: non ci sei mai con me in braccio, tu e papà, io e le zie, la nonna, le tate, io e Fabrizio con le cuginette in colonia a Cervia e con papà che ci faceva giocare , e tu dov’eri mamma? A distanza di anni provo un dolore sordo qui nel petto e mi chiedo se, l’amore materno non debba essere più forte di ogni ostacolo, quali erano i tuoi? Certamente il lavoro che ti teneva fuori casa tutto il giorno, le preoccupazioni che facevi fatica a condividere, le amicizie esclusive che tenevi lontano dalla sfera familiare, compensandomi poi con rari gesti gratificanti. Le feste a Natale tutti insieme, tu sempre chiusa in incomprensibili silenzi, quasi fossi obbligata a parteciparvi, la mia prima Comunione, io orgogliosa nel mio vestito bianco, ancora senza foto di noi due insieme, la grande tavolata, la gioia divisa con gli altri e non con te. Quando mi sono sposata hai condiviso la mia scelta con euforica partecipazione, sei sempre stata orgogliosa di Franco, parteggiavi per lui a discapito mio anche se avevo ragione; soffrivi perché inizialmente non avevamo figli, mi sono chiesta spesso se ti dolevi per me o solo per lui. Anch’io ho avuto paura di non essere una buona madre, tu non sei stata una buona maestra, ma quello che non hai dato a me lo hai riversato poi su Francesca, il riscatto c’è stato verso una generazione che ti ha amato com’eri, perché nella sua innocenza ti ha accettato ricambiando il tuo amore. Ci siamo ritrovate quando la malattia ti ha tarpato le ali, che spiegavi spesso per i tuoi viaggi intorno al mondo, quanti regali mi hai portato, sono ancora tutti qui nella mia casa, che poi è diventata anche la tua, questo era il tuo modo per dirmi tutto il bene che mi volevi. Oggi 17 settembre è il giorno del tuo compleanno, credevo saresti stata immortale, perché nei giorni della malattia e del dolore si erano invertiti i ruoli : io ero tua madre e tu mia figlia, ecco in quei giorni ho sperato tu ce la facessi ancora una volta, perché poi ti avrei detto tutto quello che non ero mai riuscita a dirti, sicuramente l’avresti fatto anche tu. Perdonami, mamma se ho passato la vita a giudicare ogni tuo gesto, se a volte ho combattuto contro i mulini a vento dell’orgoglio, se ti ho causato dolore che tu non ha mai espresso, perdona se riesco solo a scriverti senza avere il coraggio di guardare la tua fotografia e piangere finalmente, su di un passato che avrei voluto migliore, con te e per noi. Cerco nello scrivere un modo per rivalutarmi ai tuoi occhi, cerco la morbidezza di un abbraccio mancato, dove sei, ora, certamente guarderai a questa figlia con malcelato orgoglio, sorriderai serena e mi pare quasi di sentire la tua voce – Nulla è perduto se nel passato, trovi il modo per ritornare ad amare, tu sei mia figlia, cara al mio cuore, quello non detto è volato via con me, ma ogni giorno, ogni istante, puoi sentirmi vicino -.
Ciao mamma, questa lettera è per te.
***
Dal libro Solo per amore di Mariarosa Lancini Costantini, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.
Ndr. – Nuova edizione dell’articolo pubblicato nel mese di luglio 2009
Cara Mariarosa,
desidero rinnovarti i complimenti per questa tua bella opera che regala davvero pagine d’emozione e pathos.
Un affettuoso pensiero
Daniela
ho letto… ho pianto… bello!
La mia mamma ha ottantasei anni e, a causa di una trombosi alla gamba è confinata a letto. Noi figli siamo sempre presenti, la circondiamo di cure, ha pure una badante e un fratello scapolo che vive con lei e per lei, ma non le basta.Il tempo per lei ha una dimensione diversa , ricorda le cose passate ,che ripete all’infinito, ma dimentica quelle presenti , è diventata affettuosa, desiderosa di coccole, di contatto ed io mi sforzo di accontentarla, anche se con un po’ di disagio perchè non abituata fin da piccola!
Sì, la mia mamma non era molto espansiva: troppo difficile la sua vita fin da giovanissima sposa, troppo dolore , troppo poco spazio per coccole e abbracci, ma tanto amore che ho capito solo da grande, tantissimi sacrifici per darci un avvenire migliore del suo.
Questa bellissima lettera di cui mi sono innamorata e che mi ha fatto piangere mi servirà per sciogliere di più questi impacci che mi impediscono di abbracciarla spontaneamente, questo nodo alla gola che mi prende quando, come una bambina, sorride per scusarsi di aver dimenticato qualcosa che le ho detto un momento prima e di darci tanti problemi!
Io ho scritto per lei tante poesie, il solo modo di dirle:<> senza farlo apertamente!
Grazie, Maria Rosa, sono sicura che il tuo libro avrà tanto successo, visto lo splendido incipit ma, soprattutto , sono sicura che la tua mamma ti abbia tanto amato dietro la sua apparente indifferenza!
Nella foga di scrivere ho cancellato la frase tra virgolette <>!
Ma perchè non mi fà scrivere” ti voglio bene”? Allora non sono stata io a cancellarla! Ma è veramente così difficile dire ti voglio bene?
che lettera emozionante e profonda.si sente tutto il rimpianto di una donna che nn è riuscita a creare insieme a sua mamma il rapporto sempre agognato…..ed avere la consapevolezza di non poter recuperare tutti gli anni spesi a desiderare abbracci confortanti,quando bastava solo più dialogo e comprensione….
queste sono frasi dolcissime e profondissime di una donna con un cuore enorme, ne sono sicura.
in bocca al lupo per tutto, il libro sono sicura che sia bellissimo, complimentoni.
Ah Mariarosa,
quanto è profonda, intensa e vera la tua lettera d’amore!
Supera le facili barriere della retorica, delle frasi fatte e ci lega a un rapporto difficile,
un rapporto chiuso nella corazza del ‘non saper dimostrare’. Credo non esista un modo d’amare
più sofferto di quello delle crisalidi. Hanno il loro mondo in divenire nel bozzolo, ma non sanno
trasformarlo il gesti, attenzioni, parole. E si vive sulla paura e sull’intuizione…
Per poi scorire, di fronte al vortice del male, che capovolge i ruoli e rende le crisalidi farfalle di un tempo sospeso, le infinite tenerezze non espresse, la fragilità, la timidezza, di chi non sa abbracciare!
Cara Amica… permettimi di parlarti così…,
la lettera è specchio di infinite storie. Tua madre è ancora in casa. Ti osserva, sorride, è variopinta e
libera. Fiera di te, che con pazienza e sensibilità speciali, hai saputo capirla e amarla!
Ti sono grata di questo contributo d’altissimo spessore.
Un abbraccio. Maria
Non riuscivo a smettere di leggere, e piu’ leggevo e piu’ pensavo al rapporto che ho con mia madre, che adoro e amo, ma che ama piu’ mio fratello e non lo nasconde..
Ho sempre pensato di scriverle una lettera, anche ora che ho 38 anni…una lettera che mi possa finalmente regalare quel ruolo di figlia che da me si e’ sempre aspettato ma che nessuno ha mai “nutrito”
…chissa’ forse il coraggio di scrivere questa lettera lo trovero’ dopo aver letto questi pensieri…
grazie
Lisa
Sono mamma e ho una mamma, questa lettera è molto profonda e fa riflettere molto. Complimenti
una lettera commovente… ricca di rimpianti e rimorsi… a volte non comprendiamo il comportamento degli altri e questo ci procura rabbia ma non sappiamo cosa c’è dietro un gesto mancato o una parola non detta…
bellissima lettera che dovrebbe far riflettere molte madri….
Bellissima, questa lettera alla madre! Profonda e commovente, mi ha fatto tornare a sgorgare le lacrime per la perdita recente della mia mamma… purtroppo il rapporto mamma-figlia e’ unico e lascia sempre dietri di se rimpianti e ricordi…!
Se il buongiorno si vede dal mattino, questo libro dev’essere veramente emozionante! Mi piacerebbe davvero molto poterlo leggere tutto, sarebbe un bellissimo regalo!
La lettera termina con la frase “Ciao mamma, questa lettera è per te” ma avrebbe potuto anche terminare con la frase “Ciao mamma, questa lettera è per Noi”.
Viene fuori tutto da questa lettera, il tutto della mamma ed il tutto della figlia in un connubio del Noi…che solo Amore sa cosa vuol dire.
L’immagine del libro è bella..
Grazie.
….mi piacerebbe riceverlo per donarlo con immenso affetto alla mia mamystress….
è pieno di verità e fà riflettere tanto,mio papà diceva il bene si apprezza solo dopo che è perso
Carissima Mariarosa,
quanto sordo dolore maturato in famiglia molti di noi trasportano nella propria vita| Quante aspettative e quante frustrazioni! Quanta paura e quanta insicurezza! Anche dopo anni di cammino spirituale è difficile annullare totalmente il rancore che si nutre verso chi ci ha messo al mondo e non è stato in grado di offrirci quello di cui avevamo bisogno. Pazienza! Va bene lo stesso. Arriva il momento della compassione che ci fa chiedere perdono per non avere perdonato prima, per non avere capito: il nostro salto di qualità. Si ringrazia perché ci hanno resi più sensibili e consapevoli. Sono stati i nostri primi Maestri. Un affettuosissimo saluto.
Olga Karasso
…mi piacerebbe leggerlo lo sento in qualche modo mio.
Carissima, il ricordo di tua madre diventa la tua catarsi e ti aiuta ad andare avanti con coraggio, con determinazione, con forza. La memoria è la tua resurrezione. Il passato ti prende per mano e ti guida nel presente verso un futuro sereno. E’ una lettera che sucita profonda commozione e sprona ad uscire dal tunnel della tristezza per rivedere l’azzurro cielo della vita. Complimenti! Un forte abbraccio.
Giuseppina
Una lettera che mi ha commosso, davvero toccante. Spero aiuti chi sta vivendo ora una situazione simile, ad abbandonare l’orgoglio e ad abbattere le barriere perchè comunque il tempo passa e la vita è una sola…
Un abbraccio e a rileggerti!
Stefania C.
A Maria, Martina, Paola grazie con una dedica:
Pensando a mia madre
Spirale di vita
intessuta da mani
che oramai sono fogli di cartapesta
venati d’azzurro.
Amo queste mani,
mi parlano e mi nutrono ogni giorno
dietro il vetro di una cornice.
All’amico Balsamo, ritrovarci su questo blog è stupefacente, anche se ci sentiamo regolarmente, come potremmo farne a meno? Honni soit qui mal y pense, siamo stati compagni di Russia, pardon in Umbria, accecati dalla falsa cultura, un bel quartetto, se poi ci mettiamo anche Giovanni…… Quello che dici sui genitori è un pochino caustico, ma sappiamo io e te com’è difficile esserlo. Manda la tua foto al blog, così posso vederti a distanza ravvicinata, dopo tanti anni è il minimo.
questa lettera potrebbe essere la mia, mia madre non c’e’ piu’ portata via da una malattia terribile alzheimer , ha vissuto per sette anni accompagnata da me in ogni suo movimento con lo sguardo spento e spaventata, la mia figlia mai avuta, ho sempre giudicato i suoi pochi sorrisi, le mie vacanze mancate, le feste alle quali non sono stata accompagnata , ma solo durante la malattia ho capito scavando meglio nel suo passato quanta sofferenza nella sua vita figlia di una ragazzza madre costretta a vivere chiusa in un collegio di suore severe e fredde, la vedo ancora seduta nei pavimenti freddi ad aspettare che i tedeschi portassero via la sua amica ebrea, complimenti mi ha fatto commuovere la tua storia parallela alla mia, quanto a mia madre ora non c’e’ piu’ fisicamente ma per sempre restera’ al centro del mio cuore
Anche io ho un grande sogno, diventare un scrittrice ma ho paura non so se mai un giorno avrò la forza di provarci..poi leggendo narrazioni come questa..c’e così tanta emozione amore dentro queste righe..non penso che sia una cosa facile riuscirla a trasmettere sicuramente devono uscire tutte dal cuore..ogni parola ogni frase con tutta la sincerità possibile e porgerla a tutte le persone che poi le leggerenno e si emozioneranno come me..
Ci si accorge del bene che si vuole ad una persona, ad un amico, a un padre, a una sorella, a una madre solo quando non ci sono più. Le parole che ho letto mi hanno fatto riflettere. GRAZIE
mamma ti voglio un mondo di bene
Cara Mariarosa detta “the Tiger”, da molto tempo ed anche con molta esperienza accumulata guardandomi intorno e dentro di me, ho compreso che il mestiere di genitore è il più difficile nella vita, e purtroppo ho anche riscontrato con dolore che anche oggi, e non solo ieri, genitori dai concetti sbagliati figli a loro volta di altrettanti genitori sbagliati, predicano il nascondimento delle cosiddette emozioni che dimostrano debolezza da chi le esterna.E’ un antico modo di educare, io direi di “diseducare” i propri figli, inculcando loro che nella vita bisogna dimostrare solo forza ed aggressività, a scapito delle emozioni naturali. Si creano così figli che a loro volta faranno lo stesso sbaglio con i propri, in un’inestinguibile catena, e pochi sono i figli cresciuti ed educati in questo orribile modo, che riescono da adulti a capire che quegli errori dei propri genitori, sono stati errori di “ignoranza” e non di durezza e cattiveria. Pochi capiscono e da adulti perdonano rimpiangendo il non aver capito prima, quando forse avrebbero potuto correggere certe cose e… “le parole che non ho potuto dirti”.
sono righe bellissime piene d’emozione. di un figlio che da adulto riesce a capire che la persona che l’ha cresciuto amorevolmente non è solo la propria mamma, ma anche una donna che ha provato emozioni, gioie e dolori. complimentoni all’autrice.
A tutti, veramente a tutti gli amici, che hanno espresso il loro parere sulla ” Lettera alla madre”, grazie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! è assolutamente tutto vero, quando se ne è andata non sono più riuscita ad uscire dalla porta di casa per due anni, ho consumato i giorni nel tunnel più brutto della mia vita.
Ed è stato lì che ho incominciato a scrivere, prima il dolore, poi l’accettazione e di conseguenza una nuova e più gratificante esistenza. Ma ancora adesso, mi chiedo se scrivere la verità serve, perchè scrivendo tutto questo mi sono alienata parenti che sapevano. Mariarosa
La forma di Amore più grande e più evidente…
Un Amore sentito e travolgente!
La Mamma è tutto!
Complimenti a tutte le mamme!!!!!
Leggendo le tue parole mi sono immedesimata, ho rivissuto per pochi attimi quella sensazione che si prova da bambini quando si cerca in tutti i modi di attirare l’attenzione di una madre troppo assorta nei pensieri, nelle preoccupazioni per accorgersi di noi…poi tutto passa, si cresce e quel senso di vuoto cede il passo alla comprensione e alla “compassione” verso una persona che cerca di nascondere le sue fragilità con la freddezza e la rigidità…ma uno sguardo attento ci permette di cogliere la profondità di certi gesti. Grazie, un caro saluto.
Ciao Mariarosa, in questo racconto denso di emozioni è un vero peccato che una bambina pur facendo di tutto per attirare l’attenzione di sua madre non è riuscita a smuoverla. Forse, chissà quella madre non era pronta ad affrontare la responsabilità di una figlia per paura di non esserne all’altezza. Ma quella piccola, malgrado fosse nell’età della spensieratezza, ha comunque cercato di capirla per aiutarla a reagire e vederla sorridere mentre finalmente l’abbraccia. Un abbraccio sembra una stupidità, ma trasmette tanto calore umano di cui tutti abbiamo bisogno. Putroppo, è tardi per recuperare quel rapporto madre-figlia, ma rimane il bene che ognuno di loro segretamente porta dentro l’anima. Complimenti e saluti Alba
La mamma e’ una donna. Con tutto il suo passato che lancina il presente.
Eppure noi la vorremmo perfetta, come l’abbiamo da sempre sognata.
e allora ci chiudiamo in rancori, che appesantiscono il cuore.
Intanto la vita scorre. Arriviamo, piu’ o meno tardi, a perderla. E c’accorgiamo del suo valore. Unico.
Rimediar a tempo non e’ possibile.Resta solo il rimpianto, espresso in molteplici forme, secondo i nostri carismi.
Gaetano
una lettera piena di emozioni e dolore. E’ vero quell che si dice che si capisce l’importanza di una persona e dei sentimenti che per essa si provano solo nel momento in cui non c’e’ piu’… Da entrambe le parti il torto e forse la mancanza di coraggio di parlare, chiarirsi, confrontarsi…. a volte si rimandano sempre queste cose finche’ poi e’ troppo tardi e si ha a disposizione solo lo scrivere che altro non serve se non solo ad alleviare un po’ di dolore dalla coscenza…
mi chiedo se il romanzo sia autobiografico e rimango curiosa di scoprire come continua dopo questa lettera…
Nel leggere questo racconto sentivo emozioni in tutto me stesso, lo trovo avvolgente, stupendo ed allo stesso tempo struggente come solo la realtà può esserlo. Scava in profondità e mette dolorosamente in luce ciò che doveva essere in un rapporto madre figlia e che non lo è stato, è mancato in un vuoto non più colmabile.
Un grazie a Mariarosa Lancini Costantini che con il suo racconto mi ha regalato un cospicuo lascito di emozioni.
Anche solo per queste poche righe mi è scesa una lacrima, perchè la narrazione è molto toccante e ci fa riflettere sulla vita di tutti i giorni. Quanto poco diaciamo ” ti voglio bene” ? Semplici parole, ma spesso difficili da dire, anche se le pensiamo davvero. Siamo sempre un po’ in contrasto con le nostre mamme, io per prima, ma quando poi diventiamo mamme a nostra volta, capiamo tutto. Vorremmo chiedere scusa di ciò che abbiamo pensato nei loro confronti, ma non ce la facciamo. Ecco allora il coraggio di scrivere, perchè di coraggio si tratta. Perchè le cose non vengano dimenticate e perchè un giorno i nostri figli sappiano che ad una certa età anche noi eravamo come loro, in lotta contro tutti, ma che oggi chiediamo scusa e ci dispiace per come sono andate le cose. Per me, che ancora queste cose non ho il coraggio di scriverle, forse leggerle sarebbe una buona medicina. Complimenti.
“…sei diventata madre senza che nessuno ti insegnasse ad esserlo”. E’ questa la frase che più mi ha colpito nel suo brano, così pieno di verità, in cui ho inteso il suo “diventare madre” come sinonimo di amore, l’Amore per eccellenza, che non sempre è istintivo e naturale come si crede. Si deve avere il giusto imprinting anche per essere capaci di amare e di dimostrare questo sentimento così primordiale eppure così segreto.
Non mi importa sapere se il suo racconto sia autobiografico o no: è comunque vero, perchè lei ha saputo renderlo tale, con un’eccellente capacità di indagine psicologica, che sento tanto affine al mio modo di sentire.
Spero non le dispiaccia se, a dimostrazione, le trascrivo qui un paio di righe dal mio “Il Capro Espiatorio”:-Serena (così avevano chiamato mia madre, a dispetto di come la vita avrebbe lavorato sulla sua anima e sulla sua personalità) aveva sicuramente conosciuto l’amore materno…ma per troppo poco tempo. Quando sua madre era morta, lei non aveva ancora compiuto otto anni…”- e tutta la sua relazione con i figli ne avrebbe risentito.
Tanti cari e sentiti complimenti a lei, che sento sulla mia stessa lunghezza d’onda.
una lettera piena di rimpianti e di amore per una madre quasi sempre assente, ma che è riuscita comunque a farsi sentire.
complimenti
ilaria
Mi tuffo sempre con piacere in narrazioni come queste, frammisto di ricordi del passato vissuto e dunque esperienze oppure frutto di fantasia.
La lettura di questo stralcio mi ha talmente appassionato che credo vivamente meriti una lettura più approfondita, senza tralasciare nessun segno di punteggiatura. A te, cara autrice, complimenti. Mi piacerebbe leggerlo. Dunque, ti ringrazio sin da ora se volessi darmi la soddisfazione di riceverlo
in dono. Un caro saluto
Gentile Mariarosa,
sembrerà una frase scontata, ma è proprio vero che l’importanza di una persona a noi cara si può comprendere, nella sua interezza, solo nel momento in cui, inesorabilmente, arriva il vuoto.
Anche io ho un rapporto di “odio”-amore con mia madre: abbiamo due caratteri opposti: lei sempre allegra, espansiva (però quando si arrabbia, è meglio girare alla larga, ma solo per un poco, perché dopo le passa tutto), io, invece, più introversa, lunatica con la tendenza a non fare le cosiddette “piazzate” e quindi a portare rancore per molto, molto, molto tempo…
A volte è proprio insopportabile, ed è proprio in quei momenti che, faccio un bel respiro (fuori i pensieri negativi, dentro quelli positivi) e razionalizzo: come mi sentirei se mia mamma non fosse più qui con me?
E allora, come per magia, la quiete dopo la tempesta…
Non sempre funziona, anche perché è giusto che ci sia “lo scontro”, in modo da avere nuove occasioni di crescita e di confronto.
Anche questa volta le Sue parole hanno fatto breccia nella mia anima: mi sono commossa e, mi creda, Sua mamma ha sempre saputo, in fondo al cuore, il bene che Lei le voleva e la ricambiava, anche se non proprio nei modi convenzionali… ad esempio, il fatto che parteggiava sempre per Suo marito, è stata una cosa positiva, Le esprimeva in questo modo che stimava l’uomo che si era scelta per la vita (e mi creda, è una gran cosa: tante famiglie sono state rovinate dal fatto che ciascun genitore parteggiava per il proprio figlio…).
Cara tigre, Le faccio tantissimi COMPLIMENTI per il libro e un mare di auguri per il nipotino in arrivo!!
Maria Grazia alias triglia!
p.s. Anche questa volta, la foto di copertina è da togliere il fiato, M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-A.
È una profonda riflessione, molto coraggiosa e piena di amore.
Un amore grande nel ricordo di una madre che ora non c’è più…
Il suo modo di agire ti ha portato a riflettere, in particolare a rilevare la differenza fra te e Francesca.
Ma occorre anche mettere a suo credito la simpatia per suo genero che in effetti è simpatia anche per la figlia: “Quando mi sono sposata hai condiviso la mia scelta con euforica partecipazione, sei sempre stata orgogliosa di Franco.”
Comunque: la mamma è sempre la mamma, anche se, a volte, il suo comportamento fa riflettere.
Anche l’amore è sempre amore in particolare per le persone care di cui si ricordano i difetti. Ma io voglio pensare che vi sono stati anche dei pregi.
Complimenti e auguri.