Resto a guardare,
questo pezzo di cielo
stiracchiato
tra tetti e finestre accese.
E le stelle annoiate,
sparse a caso sul soffitto sbiadito,
ché, magari, qualcuna decide di cadere
proprio qui, sopra il mio balcone.
Allora le suggerirei il tuo nome.
E che mi perdoni
il disturbo mentre attraversa
lo sfondo pallido della luna piena
e ne brucia un pezzetto.
Ma senza parole,
come un soffio
sulle candeline accese
il mio pensiero urlerebbe
per farsi sentire
perché non si perda nel silenzio
su questa trottola piena di vite,
perché non passi inosservato
il mio bisogno di sentirti un pò più vicino.
E le chiederei se, per caso,
anche lei sa cosa vuol dire
avere fretta di dormire
per poterti incontrare dietro le palpebre chiuse,
perchè la notte non ha bisogno di treni
e di viaggi e i chilometri,
forse non sa nemmeno a cosa possono servire.
Bellissima Ky.
Sai, tu guardi quel pezzo di cielo ma anche le stelle ti guardano perché riflesse nei tuoi occhi sono più belle e non sembrano “annoiate” ma compiaciute 😉
A presto leggerti poetessa.
Magica atmosfera in questa tua….
🙂
Ti abbraccio
“E le chiederei se, per caso,
anche lei sa cosa vuol dire
avere fretta di dormire
per poterti incontrare dietro le palpebre chiuse,
perchè la notte non ha bisogno di treni
e di viaggi e i chilometri,
forse non sa nemmeno a cosa possono servire.”
Mi piace questa chiusa..
Un abbraccio
Ars