Sotto una volta tersa
mi guarda l’occhio azzurro della notte
scivola il battello su promesse
dimenticate
mani salutano dai ponti
poi l’estuario ci ingoia
si arrampica un sorriso
su campanili d’oro che trafiggono
poemi di silenzio
promesse nuove increspano le acque
le liceali additano felici il loro specchio:
la Fontanka verde.
Non so quando ti ammalasti
città che mia non sei mai stata
se nel desiderio di una notte
bianca di luce ed allegria
che non sa di finire
hai salutato un battello che scivola e va senza ritorno
o nel giorno più tetro
quando il cuore è un’ancora di ferro
e lo scheletro appare ai polsi
tardi conosci il moto delle stelle
le gomene già stringono l’ormeggio.
Bellissima poesia! Sono stato quest’anno a S. Pietroburgo e si comprende ancora di più la magia di quella città che traspare da queste parole. Sig. Masotti probabilmente non si ricorda di me; sono un ragazzo che aveva conosciuto al premio Città di Monza 2008; dopo una bella conversazione ci eravamo scambiati le mail ma purtroppo cambiando computer ho perduto la sua e nonostante vari tentativi non sono più riuscito a contattarla. La ringrazio ancora per il libro su Annibale che mi mandò. Complimenti ancora per la poesia e per i suoi successi letterari.
Ciao Pietro, mi ricordo di te e anch’io, grazie ai virus, ho cancellato tutto. Se vuoi puoi contattarmi sul sito del mio libro “Intrigo sulla Moskova” : non per acquistare il libro, ma perchè l’indirizzo mail arriva solo a me personalmente, cosa che è sempre da preferire per la privacy. Solo ora ho letto il tuo commento, e ricordo che, come me, sei un appassionato di storia oltre che un bravo autore di poesia, mi farà piacere ricevere tue notizie e leggere eventuali tue creazioni letterarie.
Andrea.
Grazie a Daniela e Lenio per la vostra attenzione, e i miei complimenti per i recentissimi importanti successi letterari, anche se in fondo so che anche per voi quello che conta è arrivare al cuore dei lettori.
Caro Andrea, è davvero bella la tua “San Pietroburgo”, metafora che supera i confini di una terra fra promesse e vie senza ritorno, esistenza e fatalità: utopia di vita che tardi conosce il moto delle stelle nella sua estrema gomena che stringe l’ormeggio. Complimenti e un affettuoso saluto.
Bellissima poesia, Andrea. Io sono stato alcuni anni fa a San Pietroburgo e nei tuoi delicati versi l’ho rivista. Città meravigliosa, campanili d’oro e ponti, Venezia di un lontano Nord affacciata sul Baltico. Anche a me ha data l’impressione di essere una città che difficilmente puoi sentire tua, forse appartiene ad un magico mondo di luce soffusa che ti affascina ma ti sfugge. Complimenti ancora, hai tutta la mia stima e questa poesia é un’ulteriore prova della tua bravura oltre che come scrittore anche di poeta. Ti giuro che ho cercato di mettermi da parte come amico e ti ho giudicato con la massima severità di cui sono capace! Un carissimo abbraccio, Lenio.