Così sono rimasta sola da quando Ulisse mi lasciò partendo da quest’isola eterna.
Ho lacrime saline come il mare che mi culla sotto la luna nelle calde notti dopo che il sole
ha arroventato la sabbia dorata. Sì, sono qui io Calypso da queste rive nude, da quest’aria salmastra che accarezza la mia pelle e brucia il mio cuore… Sognavo stanotte le sue mani forti prendere i miei fianchi mentre distesi lasciavamo che le onde del mare spumeggiassero sui nostri corpi, i miei seni turgidi baciati dalla sua bocca e senza fiato le mie labbra dischiuse anelavano ad un bacio. Oh, Eros, ti sei abbattuto su di me e mi hai abbandonato dopo aver lasciato che io desiderassi così tanto quest’uomo ed arrivassi ad amarlo, Eros crudele. Ricordo il suo arrivo. La notte avevo avuto un presagio, nuvole nere e dense avevano celato il cielo e la luna e le stelle ai miei occhi quando, destata da forti rumori ero accorsa fuori con le mie ancelle. Eolo soffiava tra gli alberi e dal mare conduceva a me profumi mai sentiti inebrianti e dolci. Speziate onde attraversavano la mia anima ed i capelli sciolti danzavano per l’aria selvaggia e fresca. Quando tutto finì rimasi a scrutare l’orizzonte in attesa di qualcosa, sapevo che sarebbe accaduto sapevo che da quella notte qualcosa sarebbe cambiato, qualcosa, qualcuno, forse io, io. All’alba vidi un uomo sfinito abbracciare la sabbia: era lui il mio naufrago. E di lui compresi il respiro e compresi il lamento ed il pianto e capii di esser perduta ormai, perduta… Da quel mattino rimase senza chiedere nulla che non fosse il mio tempo per ascoltarlo, facendomi dono della sua presenza nella mia dimora dai profumi di cedro; rimase e mi amò come solo gli uomini sanno fare ed il mio cuore impazzito non conobbe sosta e non pensò che lo avrei visto molte volte seduto di fronte al mare: il suo sguardo malinconico avvolgere il cielo o l’iride immersa nell’acqua cristallina. Amavo osservare quest’uomo e mi riempivo di lui, della sua voce che fendeva l’aria e arrivava come musica a far vibrare il mio essere. Guardavo le sue sembianze umane, le vene solcare la sua carne e le sue mani rude che sapevano accarezzare come mai avevo sentito. Gli sorridevo e molte Aurore ci trovarono vicini dopo lunghe notti d’amore. Di giorno al mio telaio tessevo con la mia spola d’oro trame rarefatte mentre lui ritornava a sedersi di fronte al mare. La ragione avvertiva il mio cuore: "è solo un uomo Dea, cosa vuoi da lui?" Tremavo al pensiero di sapere il perché della sua malinconia; sfuggiva il mio animo ai dubbi, felice di risvegliarsi tra le sue braccia. Quando il primo tenue raggio dell’astro splendente si posava sui miei occhi, li socchiudevo desiderando che questo si avverasse per molto tempo ancora, ancora. Lentamente assaporavo la meraviglia del suo corpo che combaciava col mio e con una mano solcavo la sua schiena ed a quel dolce richiamo rispondeva il suo respiro per farsi largo tra i miei capelli. Raccontava la sua natura di uomo con ogni bacio e mi amava: questo solo importava, null’altro. Avevo imparato a conoscere di ogni piccolo segno sul suo viso una grande storia. E quando da lontano lo osservavo dirigersi verso il luogo della sua solitudine, sapevo che si allontanava da me anche con la mente. Ma ogni volta ritornava, ritornava… "E’ solo un uomo – rispondevo alla ragione con il cuore in tumulto – ma io voglio i suoi ritorni.”
Veramente incantevole…Grazie per le emozioni che mi avete fatto provare…:)
Semplicemente Perfetta! 😉
Complimenti …
Anch’io ho scritto di Ulisse ma in un’altra prospettiva. Più avanti posterò il mio scritto che , in comune col tuo, veramente bello, ha una visione di questo eroe tutta al femminile. Hai molto ben delineato il personaggio di Calipso che, dea ma donna soprattutto, è pronta a dimenticare la propria divinità in nome dell’amore.Complimenti. Complimenti.
Vi ringrazio di cuore…
Adelaide
Un’ulteriore dimostrazione di come si possa scrivere della finissima poesia facendo finta di raccontare…
Leggera e arrabbiata, in un’atrmosfera prima cupa, marina, che poi si distende con l’incontro dell’uomo con la dea. La frase è solo un uomo, ma amo i suoi ritorni è da incorniciare.
Bellissima senza se e senza ma.
Ciao
PG
Molto bella complimenti
Bellissima questa elaborazione della storia della dea Calypso.
In fondo, noi uomini, siamo come dei naufraghi tra le braccia della donna che amiamo. Tanti Ulisse.
Scritto benissimo Adelaide. Stile rotondo.
… brava… che altro dire? Ti abbraccio.