“Antonio, Antoniooo…, portami il cappello! Questa notte ha gelato tutta la campagna, e la mia testa ghiaccerà tra un po’!”
“Don Luigi non fate tanto chiasso che la signora Annetta si sveglierà di colpo e riprenderà a lagnarsi della sua lombaggine ostinata.”
Antonio conosceva Annetta e Luigi da quando era nato; la sua mamma gli dava la pappa e gli cambiava i pannetti nell’ampia cucina dei signori Vandalia, nobile famiglia spagnola discendente da Filippo IV, re di Spagna che diede alla cittadina siciliana dignità di demanio regio.
I genitori dell’anziano maggiordomo, a servizio dei conti Vandalia, vivevano nella dependance di Villa Flavia, assegnata alla servitù.
Quando Santa aveva saputo di essere incinta, il conte Moreno aveva voluto che Margherita e Stella, due giovani bellocce e piene di energia l’affiancassero nel lavoro quotidiano per far sì che non si affaticasse e l’andamento della casa non ne risentisse. Negli ampi saloni tappezzati di arazzi e dipinti che richiamavano la scuola del Velazquez, le persiane spesso restavano aperte perché la contessa Marta, donna gioiosa e solare, prediligeva gli ambienti inondati di luce al grigiore di pesanti drappeggi.
“Stella, Margy, voglio che tutto risplenda di giorno e di sera, non sarà di certo il buio a nascondere la polvere. Tanto io la scoverò!”
“Sì, contessa!” diceva Stella, alzando verso di lei il viso rubicondo atteggiato al sorriso.
Margherita (Margy per la contessa) annuiva un po’ infastidita, borbottando qualcosa fra sé.
Non faceva mistero della sua scontrosità, ma si faceva perdonare lavorando per tre, proprio come una bestia da soma.
Qualche mese dopo la nascita di Antonio, la contessa Marta non apparve più nell’ ampia cucina a verificare la preparazione del pranzo o dilettarsi ad ammannire dolci speciali preferiti dal conte. Tutti pensarono che il ritorno di Santa alle mansioni di sempre, avesse alleggerito la contessa Marta dall’incombenza di un più attento controllo, ma un lieve pallore sulle sue gote e un insolito languore nello sguardo svelarono senza parole il suo stato di donna in “attesa”.
Ben presto la notizia resa ufficiale dalla stessa contessa, portò in tutti una strana euforia e già dal primo momento, tutto fu fatto in funzione del nascituro.
Luigi colmò ogni aspettativa per la sua bellezza mediterranea caratterizzata da una pelle olivastra, da lineamenti delicati e gentili, ma illuminata soprattutto da due occhi neri spalancati sul mondo quasi a penetrarne l’essenza.
Maggio era appena arrivato, ma il sole bruciava già tra la muraglia di fichidindia oltre il recinto e i grossi massi di pietra lavica s’accendevano di fosforescenti lucciole là dove il sole si posava. Acireale appariva nella magia del suo mare ora più quieto dopo le bizzarrie di un inverno ventoso, balzano e repentino nei suoi mutamenti.
Voglia di sole, di risa e canti tra gli aranceti stracolmi di zagare del giardino nel retro della casa; Marta era felice quando con semplicità insolita a gente del suo rango, portava il carrozzino di Luigi lungo i viali alberati di Villa Flavia.
Era consuetudine che la contessa trascorresse quei momenti di distensione con Ada Lantieri, proprietaria della villa accanto. La signora Ada era diventata madre per la seconda volta a breve distanza da Marta. Annetta, la sua secondogenita, era un grazioso, tenero fiore. Piccole mani perfette si agitavano fuori dalla culla e, senza saperlo, sfioravano cespugli di erbe e fiori ricamati sulla copertina bianca; gli occhi luminosissimi e quasi trasparenti, cambiavano come il colore del cielo, come il colore del bosco e del prato; la boccuccia era tumida come un bocciolo di rosa, le guance paffute e di seta, i capelli sottili e radi erano biondissimi.
Profumo d’Aranci di Adalgisa Licastro – Il Convivio, 2012 – pag. 197
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Il commento di NICLA MORLETTI
Una copertina che è già di per sé un quadro e subito pare di sentire profumo di aranci e salsedine. Di lontano il rumore del mare e il fluttuare delle onde, l’immenso spazio del cielo. Incomincia la lettura di questo affascinante romanzo e tutto prende forma, trasmette forza ed energia. Si spande nell’aria un aroma particolare dal sapore di cose passate, ma pur sempre vive nel cuore e nella mente. Adalgisa Licastro è abile tessitrice di trame, scrittrice dal fascino particolare. “Profumo d’Aranci” è un romanzo dolce, avvincente, scritto in punta di penna, che tocca le corde del cuore. I Vandalia, nobili di origine spagnola trapiantati in Sicilia, trascorrono gran parte delle loro vacanze nella loro tenuta di Acireale. Quando i Lantieri, imprenditori milanesi, acquistano la stupenda villa confinante, le due famiglie incominciano a conoscersi…
Lascio al lettore la scoperta di queste pagine straordinarie che narrano la vita e l’amore in tutte le loro sfaccettature.
Un bellissimo ritratto della Sicilia
Il profumo delle arance e’ davvero inebriante, dolcezza ed acidita’ assieme, caratteristiche di una vita unica… la vita e’ inebriante, basta lasciarla scorrere… a volte e’ aspra, a volte e’ dolce… porta con se l’essenza dell’esistenza umana, per avvolgerla e coccolarla! Sensazioni uniche, quelle che questo romanzo porta con se, profumo di arance, profumo di isola, profumo di Sicilia!
Gentile Professoressa Licastro, ho avuto il piacere di leggere un altro suo libro, Note senza fine che ho trovato straordinario per il delicatissimo modo di penetrare nei sentimenti dei personaggi, soprattutto di Antonia.
Bellissima ambientazione nella Sicilia che odora di salsedine e aranci. Di un tempo che fu, perduto e ricordato in aura di leggenda.
Complimenti Prof.ssa Licastro, apprezzo molto la sua narrativa.
Ho letto finalmente il libro da lei gentilmente inviatomi e la ringrazio molto per avermi fatto sentire quei profumi come se fossi anch’io seduta sulle panchine di quel giardino della Sicilia, emozioni forti e contrastanti che prendono il cuore sia nel bene che nel male, la frase che ho apprezzato di piu’ e’ quella pronunciata da Anna “se gli fossi stato vicino avresti almeno potuto scoprire quel pezzo di cielo tutt’ora racchiuso nel suo cuore”. Spero proprio di poterla leggere ancora.
Un libro che mi porta al mare, nella stupenda Sicilia.
Adoro il mare, i suoi profumi e sono rimasta colpita dallo stralcio del romanzo e incuriosita.
Spero di poterne ricevere una copia.
Complimenti all’autrice anche per la scelta della stupenda copertina.
Stefania C.
In queste poche righe mi sono persa tra alberi, aranci e brezza marina, sembra di sentire il tepore del sole sul viso, mi dispiacerebbe non inoltrarmi nel resto del racconto.
solo dalle primi righe mi sembra di essere in quei luoghi dove il profumo del mare arriva soffiato dal vento e i personaggi si muovono nella villa in attesa di essere nel corso della lettura meglio conosciuti,vorrei tanto leggere il suo libro per conoscerli meglio
Sembra molto bello, spero di poterlo leggere
Profumio d’ aranci, fragranza di Sicilia.
Adalgisa conferma in questo racconto le sue notevoli doti di esperta novellatrice.
La trama scorre tra una pennellata psicologica e un tono di colore paesaggistico per creare, nella sintesi, un bel quadro di storia del quotidiano e del tempo.
Con l’ inverno alle porte, queste righe posono scaldare il cuore nel caminetto della lettura.
Gaetano.
Da questo brev estratto traspare già il modo di scrivere fluido e scorrevole di questa scrittice, come già ho avuto modo di vedere in altri suoi romanzi.
La natura descritta in modo magistrale e poetico, il modo del tutto naturale di esprimere i sentimenti.
Infine, la copertina davvero bella, fa quasi sentire il profumo degli aranci e il rumore dell’acqua del mare che scorre. Rende il tutto molto poetico.