Dalle prime pagine –
“Il solo pensiero che vive è quello che si mantiene
Alla temperatura della propria distruzione.”
(Szent-Georgÿ)
Guglielmino Cancelli era un creativo. Aveva fondato l’Innovative Technology and Science Company, ITS, che operava con risultati brillanti in alcuni dei settori industriali più avanzati, ma non era pago. Al contrario, voleva utilizzare le ingenti risorse accumulate in anni di successi per progetti avveniristici.
Da qualche tempo un’idea grandiosa ed azzardata si era impadronita di lui: il genere umano, dopo la conquista della Terra, doveva colonizzare lo spazio. Nella sua immaginazione vedeva l’umanità che, partendo dal piccolo e remoto pianeta dove aveva avuto origine, sciamava lungo le curve vie del cosmo.
Non si trattava di una pura fantasia. In privato aveva confidato qualche amico fidatissimo la convinzione che, a suo parere, lo sfruttamento intensivo, esaurendo rapidamente le risorse del Pianeta e sconvolgendone gli equilibri, l’avrebbe reso inadatto alla sopravvivenza di una civiltà evo Iuta. Aveva anche aggiunto di avere in mente qualcosa.
L’idea
I – Un incontro sorprendente
“Gli stati stazionari di non-equilibrio non
Possono sussistere in un sistema isolato…”
(I.Prigogine)
“Non esiste altra strada, John. Dobbiamo riuscire ad andarcene, altrimenti sarà la fine.”
Il professor John Gutowski, al quale il signor Cancelli aveva appena finito di illustrare il proprio progetto, era piuttosto sorpreso.
John e Guglielmino erano stati compagni di studi nella scuola secondaria e fra loro era rimasta una solida amicizia, cui non era estraneo il fatto che entrambi avevano avuto successo nella vita. Uno filosofo, l’altro imprenditore, erano celebrità internazionali, ma i loro risultati non li avevano ricompensati allo stesso modo sul piano economico e John, pur certo di rimanere nella storia della cultura, provava nei confronti dell’antico compagno una sorta di pudore, forse derivante da un inconfessato senso d’inferiorità, che gli impediva di esprimere con lui i giudizi taglienti per i quali era celebre. Rispose, quindi, in un modo un po’ obliquo.
”Non sarebbe meglio comportarsi meno dissennatamente?”
“Lo sai bene che l’uomo è più bravo ad immaginare che ad essere assennato. Siamo fatti così.”
“Basta guardare te … ”
“Ogni tanto, in sogno, vedo degli esseri arrampicarsi su qualcosa che sembra una rosa. Passano da un petalo all’altro.”
“Spiegare i sogni non è il mio mestiere, ma sono quasi sicuro che la tua rosa è l’universo. Però, bisogna fare attenzione: potrebbe essere una cipolla. È più probabile che sia una cipolla lacrimevole; oppure, un carciofo spinoso … Non raccontarla a nessuno, questa storia.”
John, a volte, sfoderava, persino suo malgrado, una mimica assai convincente.
“Non preoccuparti. Non sono diventato matto. So benissimo che il trasferimento fisico dell’umanità su altri pianeti abitabili è impossibile. I razzi e le navette sono lenti e costano troppo. Se vogliamo andarcene, dobbiamo smaterializzare, spedire nello spazio non persone in carne ed ossa, ma le loro coscienze.”
Gutowski, sobbalzò. Era uno studioso della coscienza. Non era casuale che Guglielmino si fosse confidato con lui, ancora prima che con Edward Swift, il suo braccio destro e, soprattutto, il grande amico e compagno di lavoro di una vita.
“Nessuno sa fare una cosa del genere!”
John proseguì snocciolando una serie d’obiezioni che avrebbero fermato chiunque non fosse Guglielmino Cancelli.
“Sembri certo che è impossibile.”
“Non si può essere sicuri di niente. Specialmente se ci sei di mezzo tu.”
”Non si tratta di me, ma dell’ITS che è fatta apposta per affrontare problemi complessi.”
“Tu ti entusiasmi sempre, quando parli dell’ITS, ma questo è un problema un po’ troppo difficile, anche per la tua creatura.”
“Negli ultimi tempi ho letto… ”
Il signor Cancelli elencò un bel numero di titoli. Dove lo trovava il tempo per tutte quelle letture? Se al mondo c’era uno indaffarato, quello era lui; eppure citò opere famose di autori illustri.
“Ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo. Non mi sembra corretto, però, parlare esclusivamente di coscienza. Si tratta semmai di mente. Gli studi più aggiornati… ”
“Vedo che ti stai facendo prendere dall’idea.”
“In ogni caso, non c’è dubbio che la nostra mente è un insieme inscindibile di pensiero cosciente e di sentimenti; se li separi, non hai più un essere umano. Non credo che all’ITS siate molto bravi a maneggiare i sentimenti… ”
Il professore continuò per un po’. Guglielmino ascoltò con attenzione, in silenzio, ma, appena l’altro tirò il fiato, se ne uscì con un “Sarai dei nostri?”.
“Dei tuoi, vuoi dire? Beh… Sicuramente non ci annoieremo.”
“Mi prepareresti un elenco di persone che potrebbero collaborare con noi? Avrebbero un solo vincolo. Il segreto.”
Ventunesimo secolo di Attilio Melone – GDS Edizioni, 2011 pag. 262
Il libro è disponibile anche come eBook nel sito dell’Editrice GSD
Il commento di NICLA MORLETTI
Attilio Melone, nel tracciare questa storia di ampio respiro, dimostra dinamismo e abilità narrativa nella costruzione di un romanzo che sicuramente avrà presa sul lettore per la spigliata amabilità della prosa e per la grande creatività. “Ventunesimo secolo – L’avventura di un capitalista” catapulterà il lettore verso spazi infiniti. Infatti Guglielmino Cancelli, il protagonista, è un brillante creativo che ha fondato l’Innovative Technology and Science Company, ITS. E le sue ambizioni crescono: con il tempo un’idea grandiosa si impadronisce di lui, un traguardo al limite dell’impossibile: il genere umano, dopo la conquista della terra, deve colonizzare lo spazio alla scoperta delle infinite vie dell’universo. Scienza e fantasia si fondono, fantascienza e creatività si uniscono. Cosa accadrà a questo Ulisse del Cosmo dei giorni nostri? Al lettore la scoperta di pagine avvincenti ed accattivanti.
Verne preannuncio’ esperimenti arditi
che si sono tutti compiti.
Guglielmo vuole esser suo discendente
ed obiezion e remore con sente.
Melone lavora di fantasia
e con un po’ di cortesia
ci conduce a meravigliosa amenita’
che vertigine da’.
Ventunesimo secolo e’ l’ oggi, pensate,
ma le menti devon esser proiettate
ad un futuro che sembra infinito
pero’ e’ racchiuso in un chip lungo un dito.
Gaetano