Desideravo catturare l’esultanza della luce –
Impara a vivere nel tuo spirito,
in esso scoprirai un mondo intero.
FI. TJUTÇEV –
Sulla scia dell’alba dei giorni
cullavo la sete della vita
come madre Drane (1 )
con me sulla culla –
miraggio di bianchi sogni.
Il calore del sole ricamavo
con la lucentezza delle stelle
e con la carezza delle onde del Bianco Drin (2),
che fluttuano giorno e notte
presso il villaggio degli zii,
a Gramçel (3),
Giardino d’Eden del mio cuore.
Su invito delle stagioni
abbracciavo lo splendore della neve
sulla vetta del vecchio Lepeten (4 )
e del divino Pasbtrie (5),
col respiro del cuore
galoppavo il fiabesco cavallo
nascosto dentro me:
la vita era un sogno ed il sogno vita.
Con bracieri accesi nelle pupille
catturavo sferzate di luce
e la danza della brillantezza delle stelle
che cascate d’amore
versavano nel mio spirito.
Nel volo trasognante della vita
mi arrampicavo sull’incantevole arcobaleno
trasformandomi nel gioco
di scambio dei suoi colori.
Poi nell’allegra corsa
mi univo al calore della luce,
mentre madre Drane mi prendeva per mano
sussurrandomi dolcemente:
«Sei la luce del mio cuore!».
E felice
gioivo nello splendore del suo amore
che risuscita persino un canto dimenticato,
e salivo verso il blu del cielo,
come fate danzanti
nell’ infinita costellazione
ricamata di aureole scintillanti,
testimone dell’Ispirazione eterna.
Nell’intreccio di questi eventi
mi cullavo nel soffio del vento,
ed i suoi sogni mi donavano
sorrisi di sete divina,
unendomi alla danza delle nuvole
cariche di pioggia.
Da lontano la voce di madre Drane
mi giungeva come nostalgia verdeggiante:
«Non ti allontanare dalla luce del Signore,
amore primaverile in ogni momento!».
Come carezza di brezza,
scendevo poi sulla terra
rampicando tra rami d’ alberi,
come un uccellino
inebriato dal gioco dell’ esultante bagliore.
I germogli appena sbocciati
cantavano il risveglio dell’alba,
e ripensavo al nostro Creatore
che conquistò tutto
grazie all’ ardore dell’Amore.
Assetata di quest’Amore,
correvo verso il Bianco Drin
e nell’occhio magico dell’acqua
strappavo alle onde la gioia della corrente –
nuova immaginazione narcisista.
Lo specchio dell’acqua,
amore infinito del fiume,
mi portava il risveglio della natura negli occhi,
ornato dalla gioia dei fiori,
e nell’infinita immaginazione
mi tornavano in mente
fate decorate,
le ore,
le Diane della Valle Incantata,
raccontatemi da nonna Mri,
pace all’anima sua,
nelle dolci sere con la sua voce soave,
tanto che la Luna,
con leggerezza di bimba allegra,
scendeva nel suo grembo
e si quietava
ascoltando l’incantevole racconto.
Allora, come gazzella di montagna,
scalavo cime imponenti,
percorrevo verdeggianti vallate,
mentre dal bianco seno delle fate
(che solo la luce della Stella del Mattino
può superare col suo candore)
bevevo il magico latte
diventando leggiadra lucciola
che sfida il buio.
Tutto ciò rivivendo
tornavo da madre Drane,
ed il fuoco del suo amore,
cascata di sorriso,
mille sentieri di sogni mi indicava.
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1. Il nome di battesimo della madre di Madre Teresa era Rozé.
2. Il fiume: Drini i Bardhé in Kosovo.
3. Paese nativo di Dranja, la madre di Madre Teresa, in Kosovo.
4. La montagna in Kosovo.
5. La montagna sul confine tra l’Albania e il Kosovo.
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Cascata di luce nel cuore di Anton Nikë Berisha – Luigi Pellegrini Editore, 2012 – pag. 84
Il commento di NICLA MORLETTI
È veramente una cascata di luce nel cuore questa opera poetica straordinariamente lirica ed umana di Anton Nikë Berisha, nata da una visione di immagini luminose e di beatitudine divina. L’autore dà voce a Maria Teresa di Calcutta, una voce alta e poetica, sublime nel suo intenso sentire. Si tratta di un poema dolce e musicale, una melodia che scende lentamente nell’ anima quasi a depurarla dai dolori e dalle sofferenze inflitte dalla vita, per innalzarla fino al giardino dell’Eden nella lucentezza delle stelle, in una cascata di eterno amore. Maria Teresa di Calcutta si identificava completamente nella luce dell’amore e nella verità di Nostro Signore. E come Sant’Agostino, era convinta che lo Spirito Santo vive in noi e che la vita dell’uomo è la stessa vita di Dio in ciascuno di noi.
“Cascata di luce nel cuore”, come scrive Domenico Corradini H. Broussard nella presentazione, è “un pentagramma musicale, dal cuore scendono sempre note musicali, e a cascata scendono…”
Poesia nella poesia, luce nella luce, dolcezza nella dolcezza, l’opera ci conduce attraverso un’esperienza di beatitudine indimenticabile, lasciando la sua intensa scia ed il suo profumo di santità per sempre nel cuore.
Ogni tanto nella bufera
spunta la luce vera :
ed e’ tanto lo stupore
che nasce, potente, l’ amore.
Nell’ egoismo del nostro mondo,
solo in apparenza giocondo,
ecco apparire Maria Teresa,
una donna tanto attesa.
Non bella nella presenza,
quasi un ritratto di sofferenza,
ma dal dolcissimo sorriso,
un’ anteprima di Paradiso.
Soccorse i deboli e i disperati,
converti’ atei e sfiduciati ;
nessuno, passandole vicino,
non scorse almeno un lumicino
che da’ un punto di riferimento
pure all’ animo piu’ sgomento.
Anton ha le rime appropriate
per disegnar le coordinate
che portano una mistica della carita’
alla sublime santita’.
Facciamogli onor per questo impegno,
nel qual vediam disegno
dell’ Onnipotente nostro Signore
di regalarci un nuovo cuore.
Gaetano
Madre Teresa è lei stessa la luce anche per chi non crede, la forza e la saggezza che questa piccola donna ha lasciato all’umanità non ha eguali.
Sarebbe interessante assaporare anche le altre pagine del libro
questo bellissimo libro su Maria Teresa di Calcutta, è un sentiero che ci porta verso la luce di Dio….
Mi piace molto l’accostamento fra la natura e l’uomo.. questo parallelismo così magico nella descrizione..
e solo chi ha una fede molto profonda e un animo sensibile può percepire questa sensazione di tranquillità, di pace che solo questi versi così soavi possono trasmettere…
non so se capita a tutti di incontrare il proprio angelo custode.. ma come descritto in questi sapienti versi, è una sensazione di leggerezza e di conforto, sapere che, come dice l’autore “ed i suoi sogni mi donavano sorrisi di sete divina, unendomi alla danza delle nuvole cariche di pioggia…”
solo così si può vedere l’arcobaleno e immergersi in un mondo celestiale fatto di benessere..
complimenti all’autore..
Mi sono immersa in queste dolci parole di luce, per contemplare i passaggi dello spirito gioioso del’autore, che sa trasferire i pesanti pensieri della vita… nelle ali leggere e giocose di un angelo sereno, assetato d’amore celestiale.
Attraversando la scintilla dello Spirito Santo, tutto diventa poesia che danza con la musica su cascate luminose nei bracieri accesi delle puppille.
Mi piace molto questo modo di scrivere, quasi a voler dipingere di luce divina un mondo grigio, buio e carente d’amore nel micro e macrocosmo dell’individuo nutrito di sola materia. Complimenti quindi a questo angelo terreno che incontra nel suo spirito: l’angelo con le ali di luce per illuminare chi vuole vedere più lontano nuovi orrizzonti da Franca Fasolato