E’ il vibrar del suono delle parole tue che fa alitar sentenze.
Fuori dalle notte srotolo lettere e ingarbuglio pensieri per scorgere se assumono significati leggeri
ma pesano come macigni questi lemmi avventati.
Non avverte il dolore questo cuore gelido.
Rinasce lo sdegno
Raddoppia il senso di ciò che andò via
Via per inseguir l’alitar dell’alba
via per interpretar l’inganno che mai fu
Per rincorrere quello che non appartiene più
come risollevare questo cuore infranto?
Bastasse sputar parole su fogli accoglienti per ristorarmi
Le altalene salgono e scendono
smuovono il pulviscolo che sorvola l’amore ..
animano lo sguardo che Mai sfugge ai Tuoi occhi
Senza inganno regalai a te il mio cuore
Un tutt’uno l’intrecciarsi dei nostri corpi.
Un mondo le nostre menti
Due che formano Uno era il fondersi di noi
Ora lacrime incerte spezzano
anni orlati d’ombre e d’abbandoni
che vigili destano lo sguardo al poi
Al cielo urlo la speranza
al cuore piango la tua assenza
al mare chiedo di accogliere l’affondo
Ora che rivorrei innalzare quest’amore agonizzante
invece osservo il tuo oscillare
Addita ogni momento e le parole cadono in trappole di tempo
Mentre lucidi occhi inseguono un volo impossibile.
-Federica
Già, le parole spesso non sono un riscatto ma un… prolungamento. E proprio quando crediamo di vivere ancora nell’amore siamo già nella trappola dei ricordi.
Molto bella davvero questa tua poesia, Federica. non vorrei entrare nel merito del contenuto ma…. sei sicura che lui ti meritasse?
….come risollevare questo cuore infranto?
Una domanda che strazia il cuore di chi legge questi addolorati versi. Un’anima sensibile come quella capace di scrivere una così nobile e fine poesia è destinata a soffrire le pene d’amore. Ma è una grande anima…siine fiera.
Un abbraccio ed un sorriso
Maya