Nella porpora di un cielo scavato
che lo sguardo sorprende
la ragione stempera
il suo innato disincanto
per il mio animo indifferente
all’ avanzata del tempo
che d’ogni memoria insidia la tenacia
e sull’orlo di una vertigine silenziosa
chiaro, magnifico
appare il mio ebbro Zahir
ed a lui docile m’abbandono…
*”La gente in terra musulmana lo usa per(indicare) gli esseri e le cose che hanno la terribile virtù d’essere indimenticabili e la cui immagine finisce per render folli gli uomini”. (da L’Aleph, di Jorge Luis Borges)
Con la tua impronta stilistica ed i tuoi contenuti, hai indubiamente arricchito questo blog…
Un abbraccio…
Follia…si, è prorpio la follia che mi porto dentro…
bella..
Lirica “rotonda” e musicale… Ognuno di noi ha il suo Zahir e lo porta come un tatuaggio sull’anima.
quello dello Zahir è un tema molto affascinante… Blu, fortuna che c’è sempre un che di nuovo da conoscere… baci… 🙂
Grazie, mariamartina, sono felice quando posso raggiungere lo stato d’animo di chi legge…un bacio.
splendida questa “conoscenza” che mi dai… disconoscevo!!! Beh… ciao Zahir!!! 🙂
Bellissima, mi corrisponde.