D’improvviso

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Si alzerà un vento
improvviso un vento si alzerà
solleverà giacche e cappelli
sospesi nel cinguettio incessante
adagio adagio in aria leverà
vento che sale da terra e pietre

siederò su un gradino
guardando le scarpe impolverate
pulirle con due dita
sarà un gioco
e poco a poco parlerò con te
di nuovo parlerò

le idee cadranno a terra
povere idee ingiallite
solo al cappello
eravate incollate
nel volto arrossirò di nuova linfa
e forte di sangue vegetale
il vino chiederò.

Immagine: Tenerezza di Claude Theberge

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Andrea Masotti

Andrea Masotti, nato nel 1953 a Bologna, medico, appassionato di storia, negli ultimi anni ha ricevuto riconoscimenti per la poesia e la narrativa, in quest’ultima i Premi Silarus, Leggimontagna, Racconti nella Rete, il Molinello, Lilly Brogi. Collabora con la rivista letteraria Pomezia-Notizie, su cui sono usciti racconti, poesie , recensioni. Nel marzo 2010 i quaderni letterari Il Croco hanno pubblicato la silloge di poesia “Sotto un cielo troppo azzurro”. Racconti e poesie sono pubblicati anche nelle antologie di Giulio Perrone Editore, è tra i selezionati in twitteratura editi nelle pagine culturali del Sole 24 ore. Nell’anno 2010 sono stati pubblicati racconti ne: Il Gioco dei Quindici, Quando avevo undici anni e Capace di intendere e di volare, editi da Giulio Perrone, e il primo romanzo dal titolo Intrigo sulla Moskova, Editore Ibiskos Ulivieri.
N.B. tra gli scritti in circolazione nel web con il mio nome e cognome alcuni non sono miei ma di un omonimo.

16 COMMENTS

  1. E’ una poesia che rende chiara l’immagine movimentata delle foglie ingiallite che cadono, a causa del vento, contemporaneamente insieme ai cappelli che la gente ha in testa. Quei cappelli diventano all’improvviso animati dalle nostre idee che svaniscono nel nulla insieme al vento per fare spazio ad altre idee innovative. Andrea, nella tua poesia voglio vederci infatti, una visione ottimista della vita che non è altro un alternarsi continuo di vecchio e nuovo in tutti i campi lavoro, amore, amicizia ecc.

  2. Ciao Marisa, che sorpresa ! Mi sono iscritto in extremis e confesso di essere ancora alla scoperta del blog, tra l’altro in un periodo di lavoro per me molto impegnativo. Così ho iniziato a leggere partendo .. dalla fine.
    Ti ringrazio di essere intervenuta , per il tuo parere che tengo in considerazione ( a proposito quanti premi hai conseguito ? ) la decisione nel rinnovarmi non mi manca, credo, e spero davvero di vedere anche la foto del Premio di Castrovillari, io non ne ho. A proposito confesso che se incontrandoti non mi dicevi dov’era la sede sarei ancora lì a cercare.
    Come hai letto questa poesia ha dato luogo a svariate interpretazioni, io certo l’ho vissuta come un senso di rinnovamento e di libertà, ma bisogna tenere in considerazione che il lettore talvolta vede più in là di chi scrive e ne coglie anche altri aspetti. Probabilmente anche chi ha riscontrato un timore ad esprimersi o un’accenno di malinconia ha colto una parte di me.
    Ricambio di cuore i saluti e complimenti per i successi ottenuti !

    Andrea

  3. Ciao Andrea, forse ti ricorderai di me, ci siamo incontrati al Premio Città di Castrovillari. Ho trovato tra le mie cose una foto insieme, con altre poetesse e se non sbaglio c’era anche tua moglie.
    Fatto questo preambolo, ci tenevo a dirti quanto mi ha colpito la tua lirica e quanto sia delicata e coinvolgente … io, al contrario di alcuni che hanno commentato le tue parole, ci trovo una metafora del cambiamento, una grande forza di rigenerare l’uomo ed i sentimenti … penso di non sbagliarmi e vorrei che mi rispondessi. Sono contenta di trovarti sul sito dove ho anch’io le mie opere … strana forza del caso … sono quelle cose che Massimo Teodorani chiama “sincronismo tra psiche e materia”. Un abbraccio, a presto Marisa

  4. Francesco, il tuo commento è per me motivo di grande soffisfazione, soprattutto dopo aver letto i testi che hai presentato
    un caro saluto, Andrea

  5. Lenio, sono davvero felice di avere tue notizie e leggere il commento come sempre perspicace. Tutto ciò che è stato scritto da te e da altri sulle poche righe di ” D’improvviso ” è in effetti giusto anche se apparentemente contraddittorio, perchè il cambiamento è di per sè sofferto, allegria e tristezza, crisi e soluzioni, sono intrecciate, e c’é bisogno di tutte le nostre forze e anche delle persone amiche per non lasciarsi andare e tornare ad amare.
    Ringrazio ancora Marinella per il suo apprezzamento e Claudia per la nota poetica.
    Andrea

  6. Ciao Andrea,
    rileggo con piacere la tua poesia. Lascia che cadano le foglie ingiallite e che il vento le porti via. Nasceranno foglie nuove che  ti condurranno verso la persona amata
    “e a poco a poco parlerò con te, di nuovo parlerò”

    Complimenti

    marinella (nonnameri)

  7. Carissimo Andrea, che piacere ritrovarti nel ‘Manuale di Mari’ e per giunta con una bellissima poesia!Una poesia tagliata per il tuo stile che é forte e sanguigno, ma che, come tutte le cose belle, fa pensare. Credo anch’io che alle idee bisogna crederci, fino in fondo, ma so che anche tu la pensi proprio così, e quel vino del finale serve forse per darsi nuovo coraggio, per raccogliere forze e nuove idee, visto che le vecchie, come foglie ingiallite, sono cadute a terra. Ti faccio i miei complimenti anche per i successi che stai ottenendo nei concorsi e ti mando un forte e amichevole abbraccio, Lenio.

  8. Ringrazio Rosanna, Luciana, Daniela e Marghy per la lettura e le impressioni ricevute che mi fanno davvero piacere, e anche l’interpretazione della Redazione centrata come il dipinto, ricordo il mio sentimento nel momento della stesura.
    Luciana, anche se é vero che il vino, pure con misura, attenua la fatica e la malinconia del filosofo, dello scrittore, dello scienziato ( pensa ai versi di Qoelet, Khayyam, Hermann Hesse ) altri brindano per festeggiare. Ti assicuro comunque che non scriverò poesie sulle sigarette. Con stima e simpatia, Andrea.

  9. Questa poesia mi piace moltissimo. Parla di rinnovamento, di ritorno alla vita, di cambiamenti.
    Quando cambiamo le vecchie idee ci sembrano solo “attaccate al cappello”, non veramente nostre, e quindi le lasciamo perdere… mi sento partecipe di questa poesia, perchè, come ogni persona umana, ricevo il vento del cambiamento in ogni istante.

    Vento, solleva anche la mia giacca ed il mio cappello!

    Margherita

  10. Chissà se quelle idee, invece, non sono proprio le idee che è meglio lasciar cadere, come foglie ingiallite che non prendono più linfa dalla pianta che le ha generate e che il vento porta via, mentre s’avanza il nuovo intendimento che è quello di tornare a parlare con la persona amata…

  11. Ciao Andrea,
    mi ha fatto piacere leggere nuovamente la tua poesia, bella anche se malinconica. Per fortuna il commento grafico é coloratissimo e sdrammatizza nei colori e nel bacio festoso i toni cupi. Sembra esserci resa nelle parole, ha ragione Rosanna quando dice che le idee non devono assecondare la forza di gravità ma si devono librare libere in volo. E tu sei un poeta, lo sai.
    Soprattutto mi piace l’idea della ripresa graduale che c’é nei versi “e poco a poco parlerò con te
    di nuovo parlerò”. Un piccolo margine di speranza che non va annegato nel “vino”. L’ultimo verso, infatti, sembra fare ripiombare i toni verso il buio.
    Cordialmente
    Luciana

  12. Ciao Andrea, le idee non devono cadere giù, o restare incollate, meglio lasciarle libere di volare, anche se gli altri non le condividono; siamo pieni di risorse, la vita va sempre rinnovata, un abbraccio
    Rosanna

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