Diciamoci ADESSO tutto,
perché niente vada ad imbrattare,
DOPO, il diario di bordo;
e lasciami sul bordo di una foto
o di una notte ubriaca di stelle,
gli appunti che non ho saputo prendere.
E con fili di biada, intinti nel calamaio della sera,
traccio di getto, su lavagne a a perdere,
arabeschi di umori e monili di fantasie;
e ti lascio pagine sparse,…
tra un fuso orario e il mio telaio di vetro.
Era il 20 febbraio 2010.
… delicato… eclettico… comprende il sottile segreto e il potere delle parole… inizio ad adorarlo assai 🙂
grande lirico salentino che verseggia con grande facilità e colta facondia.