Di me, col sorriso sulle labbra

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Quasi come un poeta,
un lirico piuttosto,
poligamo, impunito, impenitente,
17 volte almeno,
o 17 volte 17;
ma una sola era
la ‘dea ex machina’:
mia madre,
‘dea ex anima’.

Era il 28 febbraio 2010 alle ore 04, o2

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Mario Prontera

Mario Prontera (Anonimo Capuano). Mancìno, daltonico, del Capo di Lèuca, con trascorsi onorevoli paraecclesiastici in qualità di chierichetto prima e boy-scout poi, dopo gli studi classici, una laurea in Medicina e Chirurgia , una specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, dopo aver servito la Patria col grado di Sottotenente Medico di Complemento del CSA,una moglie e due figlie, e dopo trenta anni e quattro mesi di onorato e onesto servizio in sala da parto a ‘tempo pieno’, decido di appendere al chiodo i guanti di lattice dell’ostetrico, per dedicarmi a ‘tempo perso’ al piacere curioso della scrittura in versi.

2 COMMENTS

  1. Carisisma Daniela,
    resto letteralmente frastornato, nonostante la non giovane età, dal tuo entusiasmo sincero per i miei versi semplici, ma sono contento in modo particolare che non ti abbiano annoiata; non so cosa replicare e mi succede raramente, rischio di montarmi la testa e di cominciare a pensare che forse, davvero sono un poeta, mentre continuo a sentirmi un discreto fotografo della poesia, un fotologo elementare insomma.
    Era da tempi immemorabili che non ricevevo tante parole di complimento, che mi fanno più piacere perchè rivoltemi da una esponente di quel ‘sempiterno cadùco femminino’ che ha improntato la mia vita di allevatore di bambini prima e di neo poeta, lo dite voi benevolmente, ora.
    Grazie dell’affetto e della stima che ricambio con passione tutta acquariana e capuàna e arrivederci da qualche parte. Mario Prontera
    P.S. credo di dover allargare la mia poligamia liricheggiante!!

  2. Gentile Mario,
    desidero innanzitutto porgere i miei complimenti per il titolo, davvero meritato, di lettore dell’Anno, ma soprattutto per i versi della bella raccolta poetica “Estate 2005 e Dintorni” che, quasi come in un romanzo, mi hanno catturato con immagini ricche di umanità, amore per la propria terra e per la vita, così intense da colorare di sentimenti, sfogliandole, le suggestive foto in bianco e nero che affiancano le liriche, restituendole al presente. È difficile dire quale poesia io abbia apprezzato maggiormente perché sono tutte evocative di emozioni forti e, essenzialmente, vere. Forse, da un punto di vista femminile, ho sentito più osmotiche “A Lucia, compagna del mio viaggio”, “I suoni e le voci”, Le ciglia di “Mela”, “Verrà il tuo tempo”, ma anche “Finibus Terrae” e “L’ultimo…”Capo”. Insomma, dipende dallo stato d’animo del momento, ma sempre quest’opera parla al cuore.
    Rinnovo i miei rallegramenti e saluto con la più sincera cordialità

    Daniela Quieti

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