Il sognatore

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    Resto’ immobile mentre vedeva la signora che di fronte a lui prendeva la quinta scatoletta di tonno.
    Osservo’ i movimenti, sempre gli stessi!
    La signora guardava tutte le scatolette messe in bell’ordine sullo scaffale, sembrava le studiasse ognuna con attenzione e poi allungando la mano ne sceglieva una ben precisa.
    Guardando la pila di scatolette appariva come una casa bombardata.
    Squarci regolari tra l’una e l’altra e la pila aveva un equilibrio precario ora.
    La signora si allontano’ soddisfatta e Giorgio si risveglio’ da quel torpore catalettico che l’aveva assorbito per buoni dieci minuti.
    Riprese il carrello e continuo’ a girare.
    Non aveva una lista scritta. A lui piaceva fare la spesa seguendo l’ispirazione del momento.
    Cosi’ nel carrello finivano le cose piu’ impensate e quelle davvero utili rimanevano sugli scaffali.
    A volte doveva ritornare anche tre volte al supermercato in una giornata perche’ in realta’ di quel che gli serviva ne prendeva la meta’.
    Diede un’occhiata distratta ai surgelati, salto’ il banco del pesce fresco perche’ il viscido gli faceva venire i brividi e soprattutto perche’ gli occhi dei pesci non gli ispiravano niente se non pensieri negativi e si concentro’ sul banco dei formaggi.
    Contava i tipi di formaggio esposti ordinatamente e secondo lui senza creativita’ immaginando quale potesse essere il modo piu’ giusto per valorizzare il gorgonzola che per lui era poco evidente sul bancone.
    Visualizzo’ fettine di gorgonzola su un letto di rucola e pomodorini di pachino, piccole gemme di carote incastonate nelle trecce di mozzarella di bufala, panciuti caciocavalli e tenere caciotte contornate da collinette di mascarpone e stracchino.
    Si riprese e si soffermo’ al banco della carne.
    Era il banco che piu’ di tutti lo affascinava.
    Si sentiva attratto non solo dai colori e dall’odore ma anche dal fatto che un pezzo di carne informe potesse trasformarsi sotto le abili mani del macellaio in qualcosa di straordinario, un pezzo unico, irripetibile come l’opera di un artista.
    La fila di coltelli, molti consumati dall’uso quotidiano, avevano per Giorgio un’attrazione magnetica. Osserva ogni singolo coltello ripassando mentalmente a cosa servisse.
    Mentre continuava a guardare i gesti precisi del macellaio che trasformava un petto di tacchino in una tasca da fare ripiena con le verdure, ascoltando con attenzione i suggerimenti che stava dando alla signora per non far seccare la carne, si senti’ afferrare per la manica della giacca.
    "Le sta squillando il cellulare" disse un ragazzo.
    Il cellulare…. ancora oggi Giorgio si chiedeva cosa l’avesse comprato a fare. La meta’ delle volte lo dimenticava a casa e l’altra meta’ non riconosceva il suo squillo e anzi s’infastidiva e lanciava occhiataccie a destra e a manca cercando d’individuare di chi fosse…mentre con tutta sicurezza era il suo.
    Rispose controvoglia, ancora assorto nell’immaginare montagne di straccetti ai funghi porcini. Era Giovanna.
    Era mezzora che lo stava aspettando davanti al cinema.
    Giorgio s’era completamente dimenticato dell’appuntamento.
    Veloce si avvio’ a pagare e solo davanti alla ragazza della cassa si accorse che il carrello era vuoto.
    Rimise a posto il carrello e con molta malinconia usci’ dall’unico luogo dove poteva sognare senza incubi. Compro’ un mazzo di fiori, per farsi perdonare da Giovanna, e si incammino’ senza  sogni verso il luogo dell’appuntamento.

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