Rotta ad Artide

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    E ancor ti è inciampo

    la seconda malinconia

    del  mio virare a stelle d’ artide

    che a terra ti stringe il labbro

    quando credi che più non veda,

    ma sento

    anche ora

    che scelta è la forma

    arsura ti preda l’anima

    e non ti volti mai,

    accartocciandosi d’inespresso

    tintinnano gli ologrammi

    proiettati sul tuo viso

    come un perché deglutito in fretta,

    gabbia di nome è il tuo bacio

    ormai io sola

    mi slancio tra il piumino di barba

    e la pelle sempre troppo ruvida

    lambendo un abbraccio

    che vuoi

    ma solo a specchio incidi.

    Allora mi cercherai

    quando più lontana

    dell’oblio di chilometri

    la farfalla posata sul mio piede

    volgerà oltre te

    i suoni della mia luce..

     

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