Per caso: distrazione del signore del giorno, ancora addormentato, o confuso. La musica in sottofondo culla i pensieri, e lo fa con dolcezza, senza strattoni o eccessi di energia.
Vago ancora in una dimensione parallela, prima di riprendere le redini di me stessa perché la vita va recitata ogni giorno, anche se il pubblico è distratto, anche se il teatro è vuoto.
Musica e silenzio: nessuna contraddizione, solo felice connubio perché le note giuste, compensatorie per quella che io credo sia anima, tamponano le essudazioni degli squarci, spalmano unguento sulle ferite, cullano, accarezzano.
Forse non sono consapevole, non ancora, della casa di mattoni d’amore che sto costruendo, per trovare riparo, per permettere al cuore stanco di svernare, di riposare. Finalmente.
anch’io concordo: veramente un bel racconto
Che sorpresa, grazie mille per il commento sul mio blog! (ti rispondo qui, non saprei dove ringraziarti) mi ha fatto un immenso piacere.
Lo dico di nuovo, il tuo stile è bellissimo. Pensieri di getto, veri, immediati.
Complimenti per il bel racconto.
Daniela Quieti
Un racconto scritto bene: stile fluido, essenziale.
Originale l’immagine della casa di mattoni d’amore.
Nicla Morletti
bellissimo il tuo stile, e lo dico davvero. E’ come piace a me, ermetico, inzuppato di poesia, di mondi interiori ed esteriori, di anima e di corpo. Originale, ruvido, emotivo.
I miei più sinceri complimenti, un abbraccio
Penso di aver letto una metafora della vita. Auguro all’autore di mettere l’ultimo mattone d’amore e finalmente permettere al cuore di svernare.
Complimenti
marinella(nonnameri)