Arcobaleni lunari di Elena Bartone

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Aspettami –

Aspettami, oltrepasserò
la linea dell’incerto
e arriverò da te,
là dove le Galassie
sfavillano d’assoluto.
Apri quella porta
che conduce verso mondi
d’estasi divina,
beatitudini che si snodano
tra spume di tintinnii di silenzi
e cosmiche chiaroveggenze.
Insieme scopriremo il miracolo,
la luce che giardini disvela
d’assolate ninfee,
girasoli di mattutina
iridescenza,
foglie che come calici
si protendono al cielo.
Sulle nostre anime
scenderà ogni benedizione.
La sete di divino
scioglierà nell’oblio
i vissuti vertiginosi,
i santuari della solitudine,
gli aneliti verso gioie
sconosciute al cammino terreno.

***

Simmetrie di presagi

Nei tuoi pensieri c’erano voli
di falchi impazziti
nella luce del meriggio.
Simmetrie di presagi riempivano
le ampolle dell’anima
in cerca di singulti
pervasi di nostalgie esistenziali
e unguenti di beatitudini.
Alitavano scaglie
di carezze lontane
e dal tempo saliva
sussurro di voci
che spezzava il silenzio
ammutolito, asfittico, ansimante.
L’attimo rubava alla vita
respiro di nuvole
e il trapasso appariva vicino,
ineludibile sorte.
Lucentezze di bucaneve
si allineavano tra le crepe
di perdute malinconie
e altezze lunari dialogavano
con il tuo io liquefatto
in schiuma d’eucalipto e acacia.
Soccorrevano stridi d’altrove
alle parole stanche
di momenti ritmati d’inverno,
algebriche figure
tinte di noia
e screpolati ricordi.
Il soggiorno terrestre cantava la fine
e tu gettavi l’amo al Signore
verso mete d’infinita dolcezza.

***

Sui cuscini dell’immenso

Mi mancano i tuoi passi leggeri
sull’asfalto della vita,
le parole che odoravano
di mimosa nello sfavillio
del mattino,
le vertigini di pensieri
che s’inebriavano di brezza marina.
E ora che tutto è passato
colgo i segni della tua presenza
nel luccichio di una lampara
solinga, silente, serafica,
ingorda di placidi notturni,
nella cima di un abete
proteso all’infinito,
nello scalpitio di una fiamma
nelle sere d’inverno.
E ora che i ricordi danzano
attorno all’ortocentro del mio essere,
sbadigliano dell’anima i richiami,
si fanno volo di libellula
nel cammino verso il sole.
Riconduco i contorni del tuo viso
ad antichi alabastri
in bilico tra geometriche
aperture alari
e fosforescenti segmenti spirituali.
Qui rivive la nostalgia
delle tue pupille blu
tra gli interstizi del creato
e il lento procedere dei giorni.
Sei carezza che si adagia
sui cuscini dell’immenso.

***

Dal libro Arcobaleni lunari di Elena Bartone

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Elena Bartone

Elena Bartone è nata a Torre di Ruggiero (CZ) e vive in Piemonte dove insegna lettere. È laureata in Giurisprudenza e in Lettere Moderne con una tesi sull’opera di Cesare Pavese. Ha pubblicato le prime poesie sulla rivista piemontese «Le colline di Pavese» dove tuttora scrive saggi e pubblica poesie. Molte sono le poesie pubblicate su varie antologie e riviste letterarie.
Tra il 2003 e il 2008 ha vinto vari premi tra i quali: Tripode di Crotone, Val di Vara, Val di Magra e Cinqueterre di La Spezia, Nuova Spezia, Via Francigena di Pontremoli, Città di Foligno, Città di Spello, Città di Bitetto. Nel 2004 e nel 2006 ha vinto il Premio Pavese. A Santo Stefano Belbo si è anche aggiudicata il premio “Il vino nella letteratura”.
Ha partecipato a molti premi in varie regioni d’Italia ottenendo degli ottimi risultati e tra essi ricordiamo: J. Prevert, Nosside, Fiorino d’oro, Maestrale San Marco, Città di Salò, Città di Vecchiano. Ha al suo attivo quattro raccolte di poesie: Sonagliere di corallo, Libellule d’altrove, L’ora blu e, per Calabria Letteraria, Palme di Velluto.

1 COMMENT

  1. Nella notte che si fa oscura, la luna non fa paura.
    E anch’ essa dispiega un arcobaleno.
    Esso e’ visibile sopra tutto nelle anime, pero’. Laddove Elena Bartone individua le fasi di un ‘atmosfera che, pur rispecchiando quella palese del quotidiano, ne eleva le potenze all’ infinito.

    Gaetano

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