Ti guardo.
Mi sorridi.
L’accordo taciuto gravita,
sospeso tra segreti discorsi a due.
Il quieto mormorare dei tuoi occhi
invoca con abbandono il momento atteso.
Io scruto indiscreta le iridi
paghe dall’esito di mani e fuoco e aromi provati.
Le iridi solcano sentieri aerei
fino alla regione familiare
dove mano e fuoco compiono il rito.
Poi le voci s’incontrano,
intonano nuove melodie al ritmo
di ceramiche smosse da cacofonie metalliche.
Il profumo si diffonde
e tu arresti le neonate melodie
nell’estasi di un sogno acre che prende corpo,
che fino a te corre lungo strade fantasticate.
Afferro il sogno per mano e a te lo conduco,
al riparo, dentro ceramiche ora tinte di scuro
e perdute nei vapori d’antichi profumi.
Questi attraverso per ritrovare i tuoi occhi
e le nostre molte parole non dette.
Infine, ti chini,
anneghi labbra e pensieri nel liquido nero
e l’amaro turba il sapore del sogno.
Mi guardi.
Ti sorrido: “Quanto zucchero?”
Etain
vivrei di caffè…manu
..bello iniziare la giornata con un bel caffè…
Che bel momento…
il caffè un rito da non tralasciare amaro o zuccherato che sia…
😀 Francy
Un bellissimo caffè!
Bellissimo quel:
“Afferro il sogno per mano e a te lo conduco,
al riparo, dentro ceramiche ora tinte di scuro
e perdute nei vapori d’antichi profumi.
Questi attraverso per ritrovare i tuoi occhi
e le nostre molte parole non dette.”
Un incontro tra amanti molto emozionante e seduttivo…