Venticinque novembre – Il rebus del naso –
Il tempo di certo non passa,
lo spazio semmai si sbriciola
come di sasso,
e si dilata il senso dello strazio.
Le mani ruvide
di te
annaspano nel vuoto,
salendo verso il basso,
un passo dopo un passo,
appena rigide.
Il nero squarciato propone un rebus:
il tuo occhio sinistro
è uguale a quello destro.
Nel mezzo mi smarrisco, del tuo viso,
è il naso che fa la differenza,
l’odore del tuo verde circonciso.
È certo che il tempo non passa.
***
Ventisei novembre – La cagna
Nebbia, sembra una lacrima
tanto mi bagna,
ulula forte una debole cagna,
magari l’anima.
Tutto sfuma nel grigio tempera umida,
nei cristalli di fumo
sospesi.
Una voce s’infrange
come fosse di vetro,
che piange;
una voce s’incista
nella mia testa,
voce viva che resta.
Sento l’odore che viene da dentro,
fragrante rumore della tua pelle,
dentro l’odore che vive e che sento.
Cieco, tra la tua carne.
***
Ventisette novembre – Cortocircuito del ventisette
L’elettrostimolo del ventisette
cortocircuita l’interesse,
e non si pensa più,
al vento che ingarbuglia.
L’imbroglio
nei tuoi capelli si dirama,
tra ciocche fitte e scariche pensanti,
svelarlo è la più magica ventura,
come svanire.
Mia bionda selva, quasi labirinto
o regno.
E quando le mani trapassano
l’intrigo, si scuote la testa.
È un attimo che abbaglia come luce,
l’enigma torna ad essere se stesso,
la trama lentamente si ricuce.
Black out del ventisette.
***
Dal libro L’abirinto di Federico Romagnoli – GIULIO PERRONE EDITORE, 2011 – p. 103
Il commento di NICLA MORLETTI
Federico Romagnoli è un poeta vero, di quelli che trasmettono emozioni e danno musicalità al verso, che non è mai spento, mai piatto, ma sempre vivo, sempre dinamico e denso di parole che catturano il cuore. Quelle stesse parole con cui l’autore gioca felicemente in base ad un proprio sistema verbale come con “L’Abirinto”. E al lettore piace e tra le pagine si riconosce e si ritrova, con cuore vivo e palpitante più che mai. Versi questi che cesellano immagini e sensazioni, talvolta anche di ispirazione surrealistica, saldati in un tessuto poetico con moderna sensibilità artistica. Poesie animate da una fluidità ritmica dal felice verso.
” Il Labirinto ” raccoglie la vena poetica di Federico Romagnoli per fissarla nelle parole.
Parole non casuali, ma ritmate dalla fantasia e dalla profondita’ d’ intenti.
Liriche da rileggere, poi. Per gustarle e intenderle nell’ esatta metafora parabolica.
Gaetano