Ero piccola. Avevo circa sei anni quando la matita non voleva proprio saperne di trovare posto tra le mie dita, mentre, sotto al banco, le mie gambe scalpitavano per la voglia di giocare. Poi la maestra m’insegnò…e carattere dopo carattere, parola dopo parola, iniziai a scrivere di animali parlanti e boschi, di fiumi e mari, e di bambini, di mamme e di papà. Mai avrei creduto però, che un giorno con l’alfabeto avrei scritto anche di te.
Di te e della tua voce che si scioglie in me
di te e del sorriso ruffiano di bimbo birbante
Calda è la stagione ma l’abbraccio non dispiace
Accelera il cuore
mentre mani sicure s’intrufolano risalendo la schiena.
Io e te vicini…
occhi negli occhi e respiro di vita.
Righe che parlano di te, righe che mai leggerai: sono mie!
Dimmi: “Sarebbero bastate per saziare il tuo egocentrismo?”
Non lo saprò mai ma non importa, son forte e sopravviverò alla curiosità.
Un giorno… forse le strapperò queste righe.
Un giorno… forse, quando riuscirò a capire che non sei più qui. Per me.
Sempre bello rileggere questo pezzo.
Un bacio
Ho aggiustato i link…
Non c’è una continuazione.
Grazie per le tue parole 😀
Sono rimasta particolarmente colpita dalla poesia. Poi, cliccando sul secondo qui trovo solo i coomenti. C’è qualcosa che non funziona? Peccato.