Eravamo un centinaio nell’incavo di una mano rugosa, pronti ad essere lanciati nei solchi aperti dal vomere a fecondare la terra. Per tanto tempo restammo immobili. Venne la brutta stagione. Vento, pioggia, lampi. Noi sentivamo solo il frusciare delle foglie sul terreno, il sibilo del vento che le trascinava via e il ticchettio della pioggia che le macerava lentamente. Una mattina mi svegliai e mi sentii avvolto da un freddo intenso. Trascorse tanto tempo da allora. Intanto il mio corpo si era come ingrossato, e aveva lasciato fuoriuscire due foglioline verdi che ogni giorno si allungavano verso l’alto. Finalmente l’ultimo velo di terra si schiuse e riuscii a vedere il cielo. Un grosso albero era accanto a me, e dai suoi rami verdi pendevano tanti fiori rosa. Ogni giorno crescevamo di qualche millimetro. Il sole si faceva sempre più infuocato e le nostre spighe si erano gonfiate di grossi chicchi. Lunghi baffi neri spuntavano dalle cime. Eravamo dei veri guerrieri, il nostro era un poderoso esercito che si estendeva per tutta la pianura. Di lì a poco sarebbe venuta la trebbiatrice, e ci avrebbe falciato per fare di noi pane, farina, crusca. Sul campo sarebbero rimaste solo stoppie riarse. Ma io ero contento. Sarei servito a fare la felicità di tante persone, al alleviare la fame di tanta gente. Il mio sacrificio, insieme a quello degli altri miei compagni, avrebbe significato gioia per l’intero villaggio. Forse è questo il vero motivo che ci fa sopportare il vento, la pioggia, la neve, la morte, il vero motivo per cui siamo nati, l’amore.
Immagine: Mietitore – Vincent Van Gogh
Ciao Marisa, la mia forza é anche la tua forza, é la forza di tutti. Un chicco di grano non può sfamare un’intera comunità, ma una distesa che si perde a vista d’occhio sì. Il ‘Manuale di Mari’, vedi, é come un’immensa distesa di grano formata da tanti blog quanti sono i suoi autori. Le nostre emozioni, le nostre poesie, ondeggiano al vento come spighe di grano mature e sono cibo per l’anima di tutti. Grazie Marisa, continuiamo così, non disperdiamo le nostre forze, che uniti siamo un vero esercito dell’amore, siamo imbattibili. Grazie, grazie Lenio.
Ciao Lenio,
Potessimo avere la voglia e la forza di un chicco di grano … crescere per donarci, crescere in nome dell’amore! E’ il mio intento, è la mia vita, ma solo leggendo i tuoi scritti e quelli di tanti che, come te, credono nella “parola” e nella forza “di un fascio di sogni”, mi sento ancora più motivata. Grazie a te e a Manuale di Mari che ci permette di unirci nelle emozioni e provare a comunicarle.
Ci incontreremo a Firenze, e finalmente avrò il piacere di conoscerti di persona. Ho conosciuto Marinella Fois a Casoria, ed abbiamo tanto parlato di te e dei poeti del blog. Ancora grazie Marisa
Ti ringrazio, Barbara, del tuo bel commento in cui hai colto in pieno il mio pensiero. Il vero amore é quello che si dà con gioia senza pretendere niente, mentre al giorno d’oggi non si fa niente se non si ha niente in cambio. Pensa a quante coppie che si sfasciano per futili motivi, e quanto poco si dà di se stessi agli altri. A volte sono le persone all’apparenza insignificanti quelle che donano amore, vedi Madre Teresa. E’ per questo, Barbara, che dobbiamo continuare a guardare oltre l’apparenza, affiché ognuno di noi possa contribuire con la sua piccola goccia ad alimentare l’oceano della vita. Ancora grazie e a risentirci, Lenio.
Complimenti.
Questo racconto mi ha profondamente commossa. Con estrema sintesi e semplicità ricorda qual’è l’unico vero senso della vita:l’amore, un amore incondizionato che dà veramente tutto con gioia senza pretende niente in cambio.
In chicco di grando è un po’ come la goccia nell’oceano: sembra insignificante ma senza quel chicco non ci sarebbe il raccolto!
Davvero bravo.
Hai interpretato, Ines, il mio piccolo racconto nel migliore dei modi. Si nasce per un dono d’amore e si muore dando qualcosa di se stessi agli altri. Soltanto vista in questo modo la vita ha un senso, e la morte ci fa meno paura. Ancora grazie, Ines, sono fiero di condividere con te questi profondissimi ideali e il profondo amore per la vita, a risentirci, Lenio.
Ha un profondo significato, Lenio, questa piccola storia che racconta la vita di un minuscolo chicco di grano (che paragonerei all’essere che si forma nel grembo), nato da un seme d’amore. Soltanto se circondato da calore, nutrito, il piccolo chicco giungerà a maturazione e potrà a sua volta donare con amore. Complimenti (ma già ti conoscevo come delicato e validissimo scrittore!). Ines
Grazie anche a te, Claudia, e al tuo bellissimo commento. Anche tu sai parlare con il cuore, e questa capacità che ci è data dobbiamo adoperarla per far capire quali sono le cose veramente importanti della vita a chi non le conosce. A risentirci, Lenio.
Ciao Lenio,
finalmente riesco a fare il commento al tuo testo.
Sai che apprezzo molto i tuoi racconti.
Come sempre riesci, tramite delle storie molto semplici a dar voce al senso della vita, che oggi troppe volte viene dimenticato. Credo che ognuno di noi se vuole racchiude la ricchezza e l’amore per migliorare questo mondo.
Un chicco di grano racchiude molto di più di quello che ci appare a prima vista, racchiude il sole, l’aria , il respiro e la voglia di estirpare un pò erba cattiva.
Il calore, la dolcezza, la luce vincono sempre il buio.
Grazie di cuore Claudia
Come sempre, Maria Luisa, tu sai arrivare al cuore delle cose. Certo non esistono solo i campi ricchi, colmi di grano e di fiori, ma anche le terre desolate dove i bambini muoiono di fame, ed é a quelle terre che io e te dobbiamo guardare, non é vero? Affinché la speranza di una vita migliore possa appartenere a tutti, affinché il dono dell’amore possa scendere su ciascuno di noi. Grazie, Maria Luisa, un abbraccio, Lenio.
Ciao Lenio,
che dire ancora di quel povero chicco di grano che tutti abbiamo sbatacchiato di quà e di là….
Io ti ho risposto, facendo un inno alla vita, poi ho scritto la storia del contadino che ha seminato il chicco di grano, oggi voglio fare una riflessione sulla terra, nel senso, terra come campi che vengono seminati, e danno i suoi frutti, la terra dei prati dove nascono le margherite i papaveri i fiorellini gialli quelli azzurri che hanno un nome bellissimo *non ti scordar di me* , c’è la terra dei giardini dove vengono coltivati i fiori come i gerani, le rose, le dalie e tanti altri, c’è la terra che calpestiamo per camminare, c’è la terra che occupiamo per le nostre case, poi….. c’è la terra di nessuno, quella incolta e piena di ortica e di arbusti secchi, questa terra di nessuno è come alcuni cuori che non hanno
un’anima……
Maria Luisa Seghi
Carissima Daniela, ricevere un commento così da una grande artista come te è il massimo che potevo ottenere, e stai tranquilla che le tue parole mi saranno di grande aiuto nel realizzare il mio sogno. Grazie infinite, Lenio.
Questo racconto – piccolo ma di grande forza – è la quintessenza dell’umanismo e della sensibilità di Lenio Vallati, autore instancabile ed altruista che farà parlare di sè ogni giorno di più.
Daniela Patrascanu
Grazie anche a te, Simone. A risentirci, Lenio.
davvero un bel racconto, efficace e piacevole da leggere.
a presto
Grazie, Ciro, del tuo commento. Tu mi dici ‘non far caso al mio pessimismo’, eppure io sento che anche tu credi in quello che credo io, e cioè nella forza prorompente dell’amore. Tu mi dici che l’uomo non ha più amore, ma allora come fai a scrivere poesie così belle e piene di sentimento? E poi a me piacciono le sfide impossibili,il trovare la speranza nel pessimismo più nero. ‘Nonostante tutto continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo’, queste parole sono di Anna Frank, la bambina alla quale l’odio degli uomini ha rubatola giovinezza. E allora, caro Ciro, basta solo trovare la chiave giusta per far vincere l’amore. Questo e tante altre cose ci racconteremo a Settembre a Pompei, a presto, un abbraccio, Lenio.
Grazie Dorella, mi fa molto piacere sapere che il mio racconto ti é piaciuto e che ti ha emozionato. A risentirci, Lenio.
Una bella metafora. Un chicco di grano che combatte nella terra per diventare spiga, grano e dare, col suo atto d’amore, la possibilità della vita: sfamare l’uomo. E’bello questo, ma l’uomo non ha più amore, non ha più certezze, vive il mondo corrotto e il lemma amore, forse, non ha più significato. Spero con forza che il sentimento acquisti il significato compiuto della vita e tu Lenio continua così, combatti, fai vincere l’amore. Vai avanti, non far caso al mio pessimismo. Ciro
Vorrei essere anch’io un chicco di grano! La pappa del neonato, il pane per l’affamato….
Grazie Lenio mi hai emozionata con il tuo bellissimo racconto. Dorella
Carissimo Giancarlo, buone ferie dunque. E’ meravigliosa la tua risposta sai, perché anche nei silenzi, anche quando sembra che il cuore taccia, l’amore é capace di urlare forte il suo canto di solidarietà per tutti gli uomini. Se noi non lo sentiamo urlare, é forse perché corriamo troppo forte o siamo troppo occupati di noi stessi, delle nostre umane avventure. Spero davvero di incontrarti a Roma per la premiazione di Pensieri e parole, un abbraccio Lenio.
Cara Annalisa, é bello ritrovarsi in questo splendido giardino dei sentimenti che é il ‘Manuale di Mari’, ed é meraviglioso ricevere il tuo sincero apprezzamento. Mi fa piacere sentire da te che le mie parole inducono alla speranza, perché ce n’é davvero tanto bisogno in questo mondo. Grazie e un abbraccio da parte mia e di mia figlia Anastasia, Lenio.
Carissimo Lenio,c’è una cosa molto importante nella vita di tutti i giorni:sapere che, anche, nei silenzi di una persona,l’amore trionfa sempre. Questo racconto è l’essenza dell’amore, ciò che mi porterò dietro per difendermi dal caldo agosto e ciò che mi porterò nel cuore per allungare una mano a chi, in un momento di assoluto bisogno, la chiede.
Sono contento di rileggerti ma soprattutto sono felice che nei momenti di silenzio, i nostri cuori continuino ad urlare.Con affetto GIANCARLO
Caro Lenio,
parole dolci e forti le tue, semplici ed alte. In ogni tuo scritto, anche breve come questo racconto, si fa largo una speranza che rincuora, così rara a trovarsi oggi.
Che tu sia pane per molti affamati.
Di meglio non so augurarti.
Un caro saluto e un bacio a tua figlia da parte mia.
Annalisa macchia
Grazie, Barbara, del tuo commento che acquista maggior valore considerando il tuo amore per la natura e la terra in particolare. Anch’io, sai, coltivo l’orto, e ricevo doni centuplicati rispetto al tempo e alla passione che ci dedico. A risentirci, Lenio.
Ho appena ricevuto da un’amica una bella quantità di grano biologico… Che coincidenza leggere questo racconto. Da buona “campagnola” che coltiva l’orto e conosce la terra mi sono davvero commossa. Il legame che unisce l’uomo al grano è tutto racchiuso in questo breve racconto. Bello! Barbara Becheroni
Grazie infinite, Antonio.
Complimenti, Lenio, per questa altra tua opera che rivela grande sensibilità e amore per il prossimo, Antonio.
Grazie, Massimo, veramente un bellissimo commento. Hai colto davvero il significato profondo delle mie parole, e del nostro quotidiano esistere. Grazie, Lenio.
Bello! Soprattutto l’idea di partire da una cosa cosi piccola come un germe di grano per paragonarlo alla piccolezza dell’uomo e finire poi per scoprirne la grande importanza nel ciclo della vita. Siamo tutti piccole germi di grano e la nostra grandezza è la capacità di amare e donarci agli altri per un bene assoluto.
Non potevi inviarmi, caro Sergio, commento migliore. E non potevi capire meglio quello che intimamente é il mio pensiero, la mia voglia di far partecipi tutti come alla base di tutto ci sia l’amore. Concetti banalissimi, detti e ridetti, ma che poi la nostra società di oggi sembra dimenticare. Concetti che, da soli, ci possono rendere felici. Purtroppo il mio racconto, per motivi di spazio, é stato per così dire ridotto ai minimi termini e ne sono rimasti solo i concetti essenziali. L’originale emanava forse ben altro profumo. A risentirci, un abbraccio Lenio.
Grazie, Giacomo, delle tue belle parole, sono contento che il mio racconto ti sia piaciuto.
Caro Lenio,il tuo racconto è un inno alla vita, alla gioia alla musica, all’amore, alla solidarirtà.
Tu sei un chicco di grano, un semplice chicco di grano che nel terreno germogli ed insieme agli altri chicchi formi un campo di piantine prima verdi e poi dorate. Diventi fiore che vieni fecondato da una bellissima farfalla che rappresenta l’amore e poi sarai trasformato in una bellissima e nobile spiga che contiene tantissimi chicchi.
Sarai corteggiato, oltre che dalle farfalle, anche dai bellissimi fiori di papavero. Ascolterai la musica di un merlo canterino e poi verrai mietuto e raccolto in tanti covoni.
Vi sarà poi la trebbiatura, che è l’ultima fase della “catena”del chicco per essere poi trasformato in pane, che è la gioia dei bambini quando dal vecchio forno a legna vedranno spuntare per primo la schiacciata..
La trebbiatura è l’ultima fase di lavoro, ma viene trasformata in una festa: tutti i contadini del vicinato sono invitati per lavorare, per mangiare, ma anche per cantare: stornelle o poesie.
Complemti sinceri, è un racconto bellissimo che fa sognare quella vita e quell’amore che ora sono spariti insieme alla semplicità.
sergio
Complimenti Lenio per questo tuo bel racconto che rivela tutta la tua sensibilità e il tuo amore. A rileggerti con piacere, Giacomo.
Grazie, Lady Soul (ma che bel nome anche il tuo!), l’amore ci spinge in un’altra dimensione, ci aiuta a vivere, ma perché allora noi uomini cerchiamo in tutti i modi di fuggirlo e inseguiamo soltanto quello più deteriore costituito dalla bramosia dei corpi? Perché non riusciamo a trovare quella grande pace interiore che ci é data dalla consapevolezza di essere in armonia con noi stessi e con il creato tutto? Si vede che sono appena tornato dalle ferie, vero? A risentirci, Lenio.
Grazie, Marghy, tu mi hai capito perfettamente. Amare é la cosa più semplice del mondo, ma soltanto i bambini (quelli che non sono stati ancora fuorviati dagli adulti)riescono a capirla. Noi continuiamo ad accapigliarci per dei fogli di carta che non ci porteremo dietro certamente, invece di cercare di capire il vero significato delle cose. A risentirci, Lenio.
Sono appena tornato dalle ferie ed ho avuto la graditissima sorpresa di nuovi commenti. Grazie quindi a Martinelli Elena e a Ruffinazzi Gianluigi, e grazie ad Alifarfalla che spero vivamente di incontrare (ma che nome affascinante!). Sì, Alifarfalla, visiterò il tuo blog e ti farò sapere. Sono daccordo con quanto dici, l’amore é un dono supremo, ed é meraviglioso conoscerci perché non esiste amore senza conoscenza. Se nel nostro mondo ci sono le guerre, l’odio, il razzismo, é perché non ci si conosce, é perché ognuno di noi ha paura del ‘diverso’, a cominciare dal rapporto uomo-donna. Perciò grazie delle tue bellissime parole e a risentirci, Lenio.
Grazie infinite, Nicla, per questa tua ulteriore manifestazione di stima e di affetto nei miei confronti. E che l’amore trionfi, almeno in questo magnifico angolo di poesia che è il ‘Manuale di Mari’.
L’amore ci spinge a vivere, ci anima lo spirito, per raggiungere serenamente un’altra dimensione…
🙂
Un bambino riuscirebbe a capire perfettamente questo piccolo grande racconto, perchè i bambini hanno una forte capacità di immedesimazione e una semplicità disarmante.
Ma spesso la semplicità racchiude in sè una complessità ordinata e profonda. Il tuo racconto mi ha ricordato l’animo dei bambini. Apparentemente semplice, ma incredibilmente sfaccettato. Dipende da quale lato lo si guarda.
Bravo, Lenio.
Ciao Lenio, nell’ultimo periodo sono stata assente da questa comunità che così affettuosamente accetta i nuovi arrivi:-)… a cominciare da te, che mi hai sempre incoraggiata con i tuoi commenti.
Se ci riesco ora sarò più presente… e voglio iniziare parlando di questa tua piccola perla sul significato profondo della nostra esistenza… AMORE che nell’atto supremo di sè… morendo genera nuova vita.
In questa nostra era governata dalla globalizzazione e dalla tecnologia, tu hai il dono di far riscoprire a tutti… l’essenza profonda e vera del nostro breve cammino.
Grazie Lenio… spero un giorno di poterti incontrare nell’ambito di qualche manifestazione, nel frattempo quando tornerai dalle vacanze mi farà piacere se visiterai il mio blog. Leggersi, un pò aiuta a conoscersi.
“La vita reale è soltanto il riverbero dei sogni dei poeti. La vista di tutto ciò che è bello in arte o in natura, richiama con la rapidità del fulmine il ricordo di chi si ama” (Stendhal)
Complimenti Lenio per questo bel racconto, per questa storia del chicco di grano, ricca di tanti significati.
Un affettuoso saluto.
LIDIA VIVIANI
Grazie a te, Andrea, e alla tua capacità di saper cogliere le grandi cose anche nelle piccole,il che ci accomuna. A risentirci i primi di agosto, qunando tornerò dalle ferie, e arrivederci al Lucca Autori con tanti auguri per tutti e due. Ciao, Lenio.
Grande Beatrice, vedo che ti stai muovendo con grande familiarità nel Manuale di Mari! A te invio un grande abbraccio prima di andare in ferie. Arrivederci ai primi di agosto, Lenio.
Grazie Massimo di questa tua ulteriore manifestazione di amicizia e di stima nei miei confronti.
A una umanità sempre più distaccata e quasi nemica della terra, dimentica delle proprie origini e quindi sconcertata sul proprio futuro, la voce di Vallati racconta una piccola storia di amore e di speranza, una storia che sta dentro a una mano, la mano che semina, che raccoglie, divide tra noi il pane, dipinge una tela con i colori intensi della nostra infanzia, quelli che stupiscono sempre.
Un quadro naif di sapore quasi evangelico, per ricordarci l’immenso valore della natura e della nostra vita.
Grazie Lenio e arrivederci
Caro Lenio, avevo già letto il tuo racconto e rileggerlo per inviarti un commento – anche se in ritardo, spero mi perdonerai – è stata occasione per assimilare meglio concetti, meditare una ad una le parole. Dobbiamo far sciogliere in noi ogni cosa che immettiamo, metabolizzarla, per questo è importantissimo “vagliare” alla fonte cosa introdurre (quello che può nutrirci ed esaltarci) e ciò che invece va rifiutato con fermezza perchè produrrebbe danni spirituali a breve, medio e lungo termine. Dovendo scegliere scelgo te, la tua purezza, la saldezza del tuo messaggio, la volontà ferma di esprimere empatia, vita, amore. Ti abbraccio. BBB
Semplice e gioiosa metafora sull’altruismo, molto bello anche questo testo di Lenio Vallati. Complimentissimi!
Grazie, Alba, del tuo commento. E bellissimo é il tuo nome al quale ho dedicato molte poesie. Grazie, Lenio.
Sì Maria Luisa, é questo il ciclo della vita che si ripete puntuale dalla nascita del mondo. E chiunque vi partecipi, chicco o contadino, siamo tutti parte di una meravigliosa storia d’amore che é dono, é sacrificio di sé stessi in nome di qualcosa di più grande che ci contiene tutti. Così trionfiamo sulle miserie umane, cara Maria Luisa, e persino la morte ci appare sopportabile. Ciao, stacco la spina e vado in ferie, ad Agosto, Lenio .
Carissima Arsomnia, il fatto di averti commosso é meraviglioso. L’amore ci commuove, ci fa capire fino in fondo quello che noi possiamo fare per gli altri, ci dà la misura della nostra intima grandezza. Grazie, cara amica, e a ritrovarci di nuovo a qualche grande manifestazione del ‘Manuale di Mari’, Lenio.
Carissima Carmela, che piacere risentirti! Certamente ci vedremo a Lucca, intanto ti ringrazio del tuo bellissimo commento. Non é facile, sai, inserire il mio brano in un’antologia scolastica, non conosco nessuno che mi può aiutare a farlo. Insegnare ai bambini ad amare sarebbe molto bello, ma purtroppo ci sono troppi ostacoli che ce lo impediscono. Mi puoi suggerire tu qualche strada, essendo mi é parso di capire un’insegnante? Fammi sapere, un abbraccio, Lenio.
Il percorso della vita è come quello di un chicco di grano prima si semina, poi si fa crescere sempre più in alto e prima che inizia a spigare lo si miete per far rigenerare altre vite con amore.
Ciao Lenio,
Tu hai fatto la storia del chicco di grano e io faccio quella del contadino, che con la sua mano rugosa ha gettato un seme e poi avrebbe visto il frutto del suo lavoro.
Anche lui ha visto il cielo, anche lui ha visto un albero e gli è servito per appoggiare la sua schiena piegata dalla fatica, ha visto il sole che riscaldava le sue piantine, ha visto crescere queste piante come un esercito di guerrieri, erano alte adesso era tempo di far venire la trebbiatrice, che avrebbe trasformato le sue spighe in dolce cibo…..
Ma lì non sarebbero rimaste solo sterpi, fra poco il campo sarà pronto ad accogliere di nuovo una mano rugosa che getterà i semi per iniziare di nuovo il ciclo della vita….
Maria Luisa Seghi
..Mi hai commosso Lenio, con questo tuo racconto, così denso di significati.
Se l’umanità imparasse ad essere come il chicco di grano…!
Ti abbraccio
Ars
Caro Lenio, sono felice di averti ritrovato ed ancor più di poterti conoscere personalmente, a Lucca. Congratulazioni per la vittoria meritata (ne ero sicura). Non ho lasciato altri commenti ai racconti “nella rete” perchè ho avuto problemi col PC. Spero che il tuo periodo buio sia già passato.
Sulla “tenerissima” e vera storia del chicco di grano che muore per dar Vita nuova (o della nostra storia), voglio dirti che “emozioni” come sempre, ma soprattutto tocchi corde profonde con la lineare e semplice, ma profonda esposizione di temi pregnanti. Fossi in te inserirei il brano in qualche antologia scolastica.
Ancora complimenti ed un abbraccio,
Carmela Tuccari (o Carmenrita)
Grazie a te Lenio. Nessuno ha dipinto meglio del grande Van Gogh i campi di grano. Nessuno poteva rappresentare meglio la luce, la pienezza della vita che promana da questo tuo delizioso racconto.
E come vedi, la sintesi che c’imponiamo, per dare più spazio a tutti, è favorevole e non penalizza un racconto scritto bene.
Essere brevi, nell’era del web, a mio avviso, è una forma di “ecologia della scrittura”. Lo spazio e il tempo non sono infiniti. Usiamoli nel modo più giusto e ci leggeranno e ci scopriranno più persone.
Volevo ringraziare Robert e il ‘Manuale di Mari’ per l’ottima scelta dell’immagine che accompagna ‘Storia di un chicco di grano’. Chi meglio del grande Van Gogh e del ‘mietitore’può rappresentare quella pienezza della vita che io, con le mie modeste parole, ho cercato di narrare? Grazie Robert, un abbraccio Lenio.
Carissima Nicla, grazie come sempre della tua infinita bontà. Sono davvero contento che questo mio breve racconto ti é piaciuto, sai,l’ho dovuto sfrondare di tante belle frasi per ridurlo al limite delle 1600 parole. Spero davvero di averti trasmesso comunque le sensazioni e la poesia del racconto originario. Un abbraccio, Lenio.
Cara Laura, il sacrificio del chicco di grano é il nostro sacrificio per coloro che verranno dopo di noi. Invidiare i giovani e la loro gioventù significa non accettare il destino che é insito nella nostra condizione di uomini. Ma tu sei superlativa nell’uso delle parole, dalla tua manipolazione esse diventano pura luce di poesia. Non posso che essere orgoglioso di aver ricevuto questo tuo bellissimo commento, grazie, Lenio.
Carissimo Giancarlo, l’ammirazione, come ben sai, é reciproca. Ed io cerco davvero le parole adatte per andare a toccare le corde del cuore, sperando che questo basti a farci vivere meglio. Con la più viva speranza di riincontrarci presto a qualche premiazione, un abbraccio, Lenio.
Bel racconto, bella storia.
Un chicco di grano: seme che germoglia e diviene spiga. Dalla spiga la farina. Dalla farina il pane. Il pane, elemento vitale, come l’amore.
Bravo Lenio.
Complimenti.
Nicla morletti
Carissima Maria Luisa, hai visto quante belle poesie e racconti ci sono sul ‘Manuale di Mari’? Mi auguro di averti felicemente coinvolto in questo meraviglioso luogo poetico e ti ringrazio del tuo commento come sempre molto bello. Sì, siamo nati con un gesto d’amore e moriamo donando noi stessi a coloro che verranno. Può bastare questo a farci superare la paura della morte? Un abbraccio, Lenio.
Caro Lenio,
complimenti vivissimi per i tuoi recenti meritati successi letterari!
Non trovo importante capire, ma suscitare emozioni!…ma questo è un’altro discorso.
E’ lì nel buio, mio caro, delle radici dove ci si batte per la presa dell’oscurità concreta, perchè prima di sorgere alla luce c’è solo un pallido lento se stesso, che piano piano sorge alle foglie e alla gaia scintilla del fiore, del chicco.
E chiunque volesse strappare via la sua fioritura, si brucerà le mani.
“Aspetta un poco, darò amore a chi lo vuole. E’ totale la mia caduta al momento del raccolto, ma aspetta uomo ancora un poco e vedrai che il mio fiore vivra”, autobiografia di un chicco di grano.
Laura Tonti Parravicini
Quando qualcuno riesce con le proprie parole a scorticare la pelle per andare a toccare le corde del cuore, tutti i commenti sono superflui. Ancora grazie Lenio.
I tuoi racconti non appassiranno mai i nostri istanti vitali.
Grazie di coure
Ciao Lenio,
Sono la persona che ha perso la piuma della sua ala di Angelo delle parole…..
ma non è stata una ferita è stata una gioia che la porta sia stato tu ad oltrepassarla, augurandoti tanta fortuna per tutte le cose che scrivi.
Il mio commento per la bella e dolce storia di un chicco di grano è questa:
Non hai scritto la storia di un chicco di grano…hai scritto la storia della vita e di tutti gli esseri viventi, tutto è nato da un pulviscolo e da un seme, e via via che crescono si trasformano, in persone e cose con la sua nascita, con il vivere quotidiano e con la morte….perchè la vita ci porta alla morte….e la morte ci porta alla vita….ma questa è un’altra storia….
cari saluti
Maria Luisa Seghi
L’angelo delle parole
Grazie, Luciana, penso anch’io che nelle piccole cose si nascondano le cose importanti. E grazie anche a Daniela e al suo bellissimo commento. Perché siamo noi poeti e scrittori che rendiamo meravigliosa la vita, e facciamo del ‘Manuale di Mari’ il giardino dell’amore.
Grazie anche a te, Marinella. Il mio vuole davvero essere un grande messaggio d’amore e il fatto che tu l’abbia capito é per me una cosa molto importante. Grazie, Lenio.
Caro Lenio,
c’é sempre dolcezza e speranza nelle tue parole. Sei il poeta “delle piccole cose”, il nuovo Pascoli che, con semplicità e candore, osserva e fa riflettere su quanto la nostra società distratta fa fatica a prendere in considerazione. La tua narrazione ha un incipit bellissimo, la coralità dell’atto della semina si avvale della personificazione che ci ricorda “Daffodils” di Wordsworth. E, come ha detto bene Nicla Morletti, siamo al romanticismo che si mescola alla quotidianità dei gesti, atti banali come la semina, ormai dimenticati o, addirittura non noti ai più giovani. Da un atto d’amore nascerà il pane che, benché sostituito dalle merendine industriali nel paniere dei giovani, rimane sempre fonte di vita e, nel momento eucaristico, di redenzione dell’anima, ossia sopravvivenza del corpo e dello spirito.
Complimenti come sempre e speriamo di incontrarci a breve.
Luciana Sallustio
Davvero un bel racconto, ricco di sfumature e di significati. Complimenti
Daniela Quieti
Bella storia! I chicchi di grano che una volta mietuti divengono farina, crusca, “Pane”.
Pane di speranza e di vita!
Complimenti… marinella (nonnamery)
Grazie, Annaluna, mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato questo mio racconto e che tu l’abbia davvero interpretato nel modo giusto. L’amore é davvero quella cosa che dà origine alla nostra vita, la alimenta e ne pone fine per permettere ad altre vite di nascere. Grazie, Lenio.
Bellissimo racconto.
Seme che germoglia,spiga ,grano e poi farina…
In fondo l’amore è pane per l’anima.
I miei complimenti.
Un caro saluto
Annaluna