Tu hai un corpo che ti tocca esser bella
ed i segni ed i tratti severi
sul tuo fondoschiena
la tua pesantezza
che fa dolce il tuo sorriso e lo sguardo.
Grazie
se non cerchi l’espressione che atteggia
se non imbrogli la voce per sembrare più bella
se non hai letto nelle sere d’estate
che quei libri che ti discorron nel sangue
e la pelle sincera
delle tue mani.
Grazie se non cerchi l’eccesso
se non muovi le labbra
quando porti la sigaretta alla bocca
se non confondi la tua vita in un gesto
che diventa finzione.
Io vorrei abbracciarti per come fumi e poi guardi
e per come affronti i miei silenzi ed ascolti
anche gli altri parlare:
essere il sospiro di chi ti accarezza,
l’ombra della tua gentilezza che separa
l’essere bravi a vivere
dal capire la vita –
– vorrei guardarti
come si guarda un bambino.
***
Immagine: Autunno di Lerri Baldo, particolare
Cara Daniela, ho letto spesso con grande interesse quello che scrivi su queste pagine, lasciandomi trasportare da parole scritte con maestria ed emozione! Quindi complimenti a te! ; )
Lerri
Essere se stessi passa attraverso il riconoscimento del modo d’essere degli altri. Il loro modo di camminare, di parlare, di sedersi o alzarsi, di voltarsi, di starsene in silenzio, di vestirsi o spogliarsi, dice, a volte, molto più delle parole e dei pensieri immersi in un mondo di apparenze. Complimenti e grazie Lerri. Antonio ds.
Grazie mille Antonio, le sue parole fanno molto piacere perché colgono alcuni aspetti importanti della poesia, il rispetto dell’esistenza dell’altro, e la necessità di andare oltre le apparenze per cercare “un gesto naturale”…
Cordiali saluti!
Lerri
Complimenti per questa, come per le altre belle liriche
Daniela Quieti