Perle d’inchiostro
Gemme racchiuse dentro un calamo cullato tra le dita
scaldate dalla fiamma del pensiero che ne trapassa
l’anima silente, gemme preziose incastonate ai cardini
del cuore che nutre le sorgenti del sapere plasmandone
la vita in ogni goccia, stillandone di linfa ogni respiro.
Perle che sgorgano dal cuore su fogli di velluto,
lievissimi rintocchi di pennello che sfiorano la tela
come ali di farfalla, sublimi raggi che attraversano
i confini delle tenebre e del vuoto struggendo i sensi
di mistico stupore: perle d’inchiostro trapunte sulla
carta come radiose stelle nel vasto firmamento,
gocce di luce che accendono emozioni sopite
tra le pagine del tempo.
Riversa ancora questa mia penna segreti e sogni
in nude perle che si tingono d’inchiostro,
e nuovi palpiti risvegliano il mio cuore,
fresca rugiada sopra i petali di un fiore…
***
Poesia, ultima musa
Eterna sei, ed eterna luce penetrando il tempo,
e spazi e luoghi ed immortal respiri, illuminando in folgore
i recessi oscuri, i vaghi spettri di coscienze fioche, sublimando
spiri un’alitar di fiamma cavalcando i regni dei saperi antichi.
Trapassami o Poesia, ravviva strenua i miserandi lumi
che gli umani dèi in cor rifugiano, solleva ardor con verba
accese ed in fiere trame riconduci i sensi, talché s’incanti
il soporoso gioco di sterili riverberi nel baratro del cuore.
Trasmuta in estasi illanguidite gesta, sepolte ceneri d’antiche
braci, nel sacro tuo furor crogiuola il gladio che sì braccio
imperioso in alto leva, sul fuoco tuo d’amor s’accende il verbo
che dolci muse olimpie rivestono di rime.
Eterna ancor, tu sacra e nuda fiamma, rischiari i tetri vicoli
del cuore, catturi i sensi in assopito giogo ed alta imprimi
l’orma della Storia. Poeta è il cor nel vivo suo sospiro,
che di cotanta luce si riflette, poeta è il nobile guerriero
che dentro in arme impavido combatte, e voce in canti aulici
s’eleva dal petto fino al sole e le alte stelle.
Tu Musa evanescente ancor trascendi, tracciando di emozioni
il misero sentire, effondi in chiare stille il nettare celeste
nutrendo d’armonie quei petali di rime, che spargerai leggiadre
tra pagine immortali…
Vivrai nei lunghi secoli scolpita, in marmi lucidati di rimpianti
ardita danzerai in gloriosi scranni ov’esuli ti posero i cantori,
così che imperitura cingerai con serti e con ghirlande i nudi capi
dei vivi tuoi poeti e di scultori ch’eterna t’han vestita di memoria.
Sarà sempre per te futura gloria il mistico elevarsi d’alta voce,
per te risuonerà l’alta parola che bocca ancor trarrà dai cuori
accesi, sol ché d’eterno anelito indomato ciascun rivestirà
l’ultimo viaggio, lasciandone immortal per ogni tempo,
in palpiti ed in versi la memoria…
***
Inaridita pianta
Arida pianta, prostrata ai lunghi e tetri inverni della vita,
spogliata di ogni linfa, di ogni luce, del calore della terra
e tra soffuse lacrime e rugiada aliena ad ogni brezza,
porgi il muto pianto dei tuoi rami al cielo ad invocar
l’aurora, come sorgente dea dai veli della notte
per liberare il cuore dai cocci del passato.
Stendi ancora le tue membra ad implorare un raggio
pallido di luce nel soffio dell’Oriente, una goccia
silenziosa tra le gelide radici nelle vene disseccate
della terra. Hai già gridato al vento ogni rimpianto,
i vuoti inganni che ancora inaridiscono i tuoi sensi,
hai udito sempre l’eco del tuo pianto vagare incerta
cavalcando il grido di se stessa per spegnersi lontano
in un dirupo…
Quelle tue braccia spoglie di ogni fiore e di ogni gemma
di speranza trasudano ferite e stillano il tuo sangue
sul nero e freddo suolo e sui tuoi piedi, e un’altra
primavera spegne i suoi bagliori per fecondare
altrove il ventre della terra.
Tu misera e canuta pianta hai visto pur vagare al vento
un’ultima tua foglia, divelta dal tuo ramo pendulo
e avvizzito, e andarsene lontana, stancamente…
ricordo pallido e ingiallito dei tuoi anni.
Chinando il capo a rimirar la terra ove quel pianto
hai già versato in un sospiro, ritrovi un piccolo
virgulto del tuo seme sbocciato dalle viscere del tempo
e tremulo affacciatosi alla vita, un fragile germoglio
di speranza tra le materne mani della terra,
che il sole già accarezza tra le dita
e l’aura poi riveste di rugiada…
***
Vite negate
Vivo nell’anima risuona il pianto
per ogni vittima che lascia la sua terra,
per i caduti nelle straniere patrie
dispersi tra la polvere e il dolore,
per ogni figlio strappato all’innocenza,
per ogni madre trafitta in fondo al cuore.
Grida forte nell’anima il tormento
per ogni lacrima su un feretro di fiori,
per ogni voce che invoca il sacro nome
del muto figlio già polvere nel vento.
E tra le mani un sorriso stropicciato
su di un ritratto straziato di sospiri,
un’ultima scintilla che trapassa
dentro quegli occhi
che cercavano la vita.
***
ANIMAMUNDI. Il canto della vita
di Luigi Antonio Pilo
2013, pag. 78
Pagine
Il commento di NICLA MORLETTI
Animamundi è un libro che racchiude le perle più belle della poesia del cuore, gemme preziose su “fogli di velluto” di inestimabile valore, “lievissimi tocchi di pennello” che sfiorano la tela del sapere come ali di farfalla. Volano alti fino a raggiungere le cime della conoscenza per poi lambire le profondità dell’anima. Scrive Luigi Antonio Pilo: “Riversa ancora questa mia penna segreti e sogni / in nude perle che si tingono d’inchiostro, / e nuovi palpiti risvegliano il mio cuore, / fresca rugiada sopra i petali di un fiore…”
Poesia nella poesia, dolcezza nella dolcezza, un vero e proprio concerto di suadenti parole. L’autore ci fa omaggio di un’opera densa di emozioni dal grande linguaggio universale. La sua poesia respira aria pura di cieli azzurri ed infiniti e se pur intessuta di alto contenuto sociale, coglie le bellezze della natura in un connubio ricco d’amore. Le più elevate espressioni dell’anima si ritrovano candidamente affidate ai suoi versi che armoniosamente rendono grazie alla purezza e all’infinito. Una poesia dell’anima che vaga alla ricerca delle pulsioni umane e dell’universo intero. Un lirismo autentico che protegge in un clima crepuscolare e in una sfera indefinibile la matrice di ogni ispirazione penetrando nei risvolti delle profondità del pensiero e dell’anima. Una scrittura sempre tesa al lirismo più autentico che si colloca sulla via maestra della vera, intensa, sublime poesia, un canto alla vita in cui è racchiusa l’Anima del Mondo.