Un schiaffo lo colpì in piena guancia sinistra… “Ma sei scema?” “No, tu sei scemo, caro mio, e non ti permettere….” Le prese con forza il braccio, glielo portò dietro la schiena e nel contempo si trovò col viso spiaccicato al suo…
“No, non ti bacio…ho detto di…no, smettila!” ma la stretta era forte e la voglia grande quanto quella di metterlo KO con un calcio in mezzo alle gambe. Prevalse la prima tentazione…
Si sedettero sul prato, l’una di fianco all’altro: imbarazzati, non si guardavano. Il sole era forte, sole di agosto, ma su quella collina appena accennata era il paradiso. La brezza le faceva volteggiare i lunghi capelli castani, la frangetta si spettinava e giocava con quelle ciglia lunghe…sembravano infinite!
Si girarono contemporaneamente e si baciarono di nuovo, gli occhi prima chiusi, poi aperti…ridevano. Poi Gia si staccò abbandonandosi distesa per terra con un sospiro…
“A Ma…ma io fra due giorni parto, torno a casa…i miei devono tornare a lavorare…”
La guardò dritta negli occhi, occhi verde scuro che desideravano smarrirsi nel verde mare dei suoi. “No, per favore Gia, stai qui…forse la Giuli ti può tenere da lei…almeno ancora una settimana…poi ti verranno a prendere…non andare, Gia, ti prego, io cosa faccio?”
Gia si tirò su e si accoccolò abbracciata a lui con la testa sul suo petto… “Non posso…devo aiutarli a casa, devo tornare, non mi lascerebbero mai qui…”
Lui aveva sedici anni, quella piccola dea di quattordici gli sembrava tutta la sua vita, in quel momento. Lontano da lei, al di fuori di lei, oltre a lei…il buio.
Si alzarono di malavoglia, lei era già in ritardo. Si baciarono di nuovo e il sapore delle loro bocche, questa volta, era talmente dolce che non avrebbero voluto più separarsi…
“A Ma, io torno per Natale, tu ci sarai?”
La guardò trattenendo a fatica un lacrima…
“Sì, io sono sempre qui, tutti i fine settimana…ma non sarà la stessa cosa…come sei bella Gia!”
Lei rise, e disse quello che gli diceva sempre, anche prima di quel magico pomeriggio, anche prima, quando giocavano ad essere solo amici: “Non è vero, tu di più… lo sai!”
Lentamente scesero la collina, mano nella mano: Gia ogni tanto si girava, lo guardava e rideva, poi gli appoggiava la testa sulla spalla. Lui era serio, accostava il viso al suo e le stringeva la mano.
Il sole li accompagnava, mentre una nube aveva amorevolmente coperto d’ombra quella collina, come a volerla difendere dal tempo.
Un storia tenerissima.
Leggiadra e soleggiata…piena di batticuore…
li avrei volutii o 14 anni da vivere così.
troppo lontano dalla mia realtà, ha un dolceamaro sapore di favola
:)) scusa l’anonima ero io..
confermo mi piace moltissimo il tuo racconto.
monica
bello di una dolcezza unica come lo è di solito il primo amore!
un raccontino che prende il cuore di chi lo legge!
bravo ti abbraccio
monica
Che dolce incontro!
E poi collina, prato, verde, sole, brezza, il tutto intento a creare una magica atmosfera.
😀 Francy