Albero storto non per tua natura
ma per maligno volere,
tesi ogni volta i rami verso il cielo
e un destino malevolo che torce
il corpo in malformate pieghe
e disperate guglie
verso il cielo.
Ma il seme ad altri identico
che divise la terra;
il bel germoglio
che cingeva il giardino
– e fioriva la scala della casa -;
perché ora è mutato in quella attorta
voglia di luce…
Non ti hanno reciso. Serviva
la tua diversa
pena
per ammirare oltre misura
gli altri.
Ma ora perché il vento sulle cime
fruga i tuoi stami,
per nessuno…
O sei parte di un gioco che non sai,
e le tue spore inutili a vedere
lo stesso vento posa
su fiori a te lontani
ma in attesa
di un’altra mai pensata
nuova
vita.
***
Immagine: Tree in autumn di Emily Carr, particolare
Non avevo ancora scorto questa preziosità che ci hai donato: grazie, Mario, ancora una volta
Eh, sì, Mario, servono spesso ‘le diverse pene per ammirare oltre misura gli altri”… Versi che ritrovo con un brivido sulla schiena. Grande metafora dell’esistenza, di quanto il dolore insegni a comprendere la ‘felicità facile’ e anche di quanto le creature meno fortunate possano essere di insegnamento a coloro che non sanno mordere la vita. Sei un Poeta d’immenso spessore! Ti ringrazio.