Per esperire i tuoi circuiti
ecco il mio vivere
nel susseguirsi
di un sempre senza sosta
Lo spettro del mio senno
ti attraversa
Ignaro tu
occhi spenti nel vuoto
mi mostri il mare liscio
di sembianza
Ma gli spettri, si sa,
non hanno remore
e in quella pacatezza
vedo un panetto in lava
a lievitare
E c’è di tutto
in quelle gallerie che son fortezze
Pinacoteche di largo assortimento
Arazzi, affreschi
ondate di parole
tracciate dagli stormi
che fendono tramonti color seppia
scene di caccia
dame e cavalieri
sangue e gloria
su mari e terraferma
Vita della vita
morte della morte
Amore in bianco nero
che come un guscio d’uovo
protegge e incarta
il pregio nel suo interno
prima di palesarlo
in tutto il suo splendore
E nell’attesa
gli spettri
fan visita ai musei
“Vita della vita
morte della morte
Amore in bianco nero
che come un guscio d’uovo
protegge e incarta
il pregio nel suo interno
prima di palesarlo
in tutto il suo splendore”
Bisogna leggere questa lirica pensando a quegli affreschi tipici degli arazzi. Immaginando quelle scene.
Molto bella.
:)) sorrido…
E’ un mio opinabile pensiero, tant’è.
Ti abbraccio
Già. E’ difficile scorgere profondità in un intrico il cui compito è proprio quello di volerla nascondere!
Altrimenti che profondità sarebbe?
🙂
Senza dubbio è un incastro perfetto, di giochi lessicali, ma in tutto questo il significato profondo…mi ritorna come un’eco, perdendo un pò di intensità…
è un danzare di parole intessute con maestria bella