16 febbraio 2006, ore 17.28

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E quelle sarebbero le tue parole?
Dovrei leggervi il fascino, ma vedo solo pietre rotolanti giù dalla collina del disonore precipitare a valle, piombare in un trogolo mentre tu arranchi per raggiungere il monte.
Non vedo nessun mosaico, solo il tuo piumaggio tatuato e tu che corri, ti affanni nel tentativo di dare un significato alla tua microstoria.

Stop.
Il tempo è finito.
Sei fuori tempo massimo.
Ti ho affidato i dieci numeri della combinazione.
Con riconoscenza mi hai ringraziato tre volte baciandomi come Giuda e per sette denari li hai venduti ad Andrea, di professione scassinatore masterizzato.
Mi hai costretto ad acquistare un’altra cassaforte “con sistema a combinazione elettronica digitale a due schede, due microprocessori, testato CE, protetto da perturbazioni elettromagnetiche esterne, 111.111.000 combinazioni possibili, alimentazione a batteria, possibilità di alimentazione d’emergenza, test di manipolazione, blocco antimanipolazione.”
Sei stato troppo breve, sei stato perfetto nell’ottimizzare la fretta.
Continua pure a mangiare le tue zuppe di fagioli in scatola, a raccogliere le tue rovine, a giocare a nascondino, a strisciare nell’erba, a filmare gli incendi, a fotografare gli incidenti.

Io mi fermo, mi riposo.
Mi regalo il tempo per pensare e contemplare.
E tu continua pure a correre, a sbandare, a caracollare come un’auto senza controllo.
Finirà che ti cappotterai almeno tre o quattro volte finendo in un fosso, per salvarti dovrai praticarti una mini-toracotomia.
Allora sarai contento.
Finalmente avrai avuto la tua notizia da prima pagina.

3 COMMENTS

  1. Uno sfogo da leggere d’un fiato…ironia…rabbia

    L’ambizione è necessaria per riuscire nella vita ma risulta distruttiva quando a lungo andare rimane l’unico sentimento provato…

    Francy 😀

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