Non so quale nome tu abbia scelto
piccolo bambino balbuziente – che ti nascondi nei boschi –
per poi dire a tutti di esserti smarrito
mentendo
giochi con le formiche
ne cerchi i nidi
le scovi e le stuzzichi
le nutri con frammenti di patatine
ma subito – stanco ed annoiato – le schiacci furiosamente sotto i tuoi piedi
non felice né soddisfatto le irrori con alcol e dai loro fuoco
appagato ne osservi il falò
dopo corri verso la stalla per indossare la corona di Re dei tacchini
brandisci il tuo scettro – un vecchio bastone –
con esso spacchi la testa alle bianche colombe – quel colore a te non piace –
ti disseti col loro sangue
e mi parli con i tuoi glo-glo-glo
piccolo bambino balbuziente e viziato
devi smetterla
perché mi sto arrabbiando.
E’ vero che una vittima può divenire carnefice, che un “poverino!” può essere molto più dannoso di uno sculaccione. Bella metafora.
A volte, per fortuna non sempre, chi potrebbe sembrare vittima della propria condizione non lo è affatto! Anzi con crudeltà, egoismo e capriccio approfitta della compassione che suscita nel prossimo per fare i propri comodi.
Odio il vittimismo! In genere chi è veramente vittima di qualcosa cerca sempre di riscattarsi, non ostenta la sua condizione con lo scopo di ottenere più!
Bella morale, io l’ho intesa così.
😀 Francy
povero 😉
Conosco una splendida persona che da piccola dava fuoco alle formiche…ma un bambino che spacca la testa alle colombe e ne beve il sangue, questa non l’avevo mai davvero sentita…Prima che spari giudizi azzardati, mi vuoi dire cortesemente il significato che volevi esprimere con tutto ciò?
Io, quando penso ad un piccolo balbuziente, lo vedo più come “vittima” della sua condizione che carnefice degli animaletti…