E cerco la tua voce…
Nei silenzi delle mie notti,
nel ticchettio dell’orologio
che m’accompagna nella veglia,
nel rimembrar ore liete
trascorse vagabondando,
di città in città,
in stanze tutte uguali.
E cerco il tuo viso…
Nei recessi della memoria,
nelle immagini dentro ai miei occhi,
sulla soglia del fluir dei ricordi
che s’ancorano saldi,
di giorno in giorno,
come vecchie scatole cinesi,
alle radici dietro le mie orbite.
E cerco le tue mani…
Nelle pause della mia pelle,
nei frammenti d’intimità rubati
che la tua voce mi sussurra,
lieve come un neonato libeccio.
“sulla soglia del fluir dei ricordi
che s’ancorano saldi,
di giorno in giorno,
come vecchie scatole cinesi,
alle radici dietro le mie orbite”…
Affascinante questa immagine.
E’ bellissima, mynona, fresca, ricca di immagini, ariosa.
Mi piace l’incedere che ha…naturale eppur efficace…una ricerca che svela una speranza.
“neonato libeccio….”
“pause della pelle”
molto bella
che poesia leggiadra snoda sentimenti in ogni verso brava