La mia stanza da letto ha una parete a forma d’onda e m’addormento e sogno solo da quel lato.
Erano due anni che tutte le notti facevo lo stesso sogno e puntualmente mi svegliavo sul più bello, il cuore che andava a mille. Nel sogno mi svegliavo vicino al mare, completamente nudo, solo una serie di tatuaggi ricoprivano la mia pelle bruna. Quel disegno che mi vergava il petto, nel suo fluire simmetrico di simbolo acquatico, d’archetipo liquido, mi sospingeva inesplicabilmente, inesorabilmente verso l’oceano: ricordi ancestrali, parole che sgorgavano da sole …un asteroide vagante è sulla rotta per far sparire il tuo mondo, mille volte potrei andarmene appeso al mio battito, a un passo da lì il precipizio del mondo… Camminavo lungo la riva, sentendo il mare lambirmi le caviglie, cercavo conchiglie per farne una collana. Non c’era nessuno per chilometri e chilometri, sulla sabbia v’erano impresse una serie di impronte, formavano una linea a perdita d’occhio: erano passi di bambino. Il mio piede vicino ad esse pareva la zampa di un enorme orso. Sapevo che quelle tracce erano mie, è una strana sensazione imbattersi nei propri ricordi. Poi, all’improvviso, l’acqua del mare cominciava a ribollire rendendomi inquieto. Osservavo l’orizzonte divenire scuro, ma ancora non percepivo l’arrivo dell’onda, pur sapendo che sarebbe giunta. Un sibilo, una striscia di fuoco che illuminava il cielo (e quel rombo… per gli dei! Un rumore assordante come di mille tuoni!) Ed ecco che mi svegliavo, completamente madido di sudore. Era diventata un’ossessione, avevo paura di dormire. Un giorno, nella sala d’attesa dell’analista, buttai un occhio sui giornali gettati alla rinfusa sopra un tavolino, era Nature mi pare o forse Scienze, non ricordo bene, in copertina ospitava una splendida foto di Europa, obiettivo della terza spedizione verso il sistema di Giove. L’articolo titolava: Anche Europa ebbe la sua Atlantide, e in corsivo “le evidenze scientifiche trovate dagli esoarchelogi sulla quinta luna del gigante gassoso lasciano spazio a pochi dubbi, la civiltà di quel mondo venne spazzata via da un evento cosmico.” Lessi l’articolo e un particolare mi colpì “…Trovate le prove di un’antica civiltà annientata da un’enorme onda anomala probabilmente provocata dall’impatto con un asteroide. I pochi che riuscirono a sopravvivere cercarono forse un altro pianeta sul quale rifugiarsi? Se così è stato, ecco spiegata la strana coincidenza per cui l’immagine trovata su un reperto proveniente da Europa corrisponde a certe immagini sacre in uso tra i Maori.” Vidi l’immagine di quell’antica pietra scolpita da mani aliene su di un mondo lontano 700 milioni di chilometri e seppi. Non avrei più avuto paura di addormentarmi. Per questo ho fatto costruire questa parete, per non dimenticare da dove vengo.
Ringrazio Lee Murray per i versi presi in prestito.
Anche i tuoi versi sembrano provenire da un altro mondo…. Bellissimo racconto, coinvolgente.
Hey, hey…un alieno tra noi!
Bello…fantasy 😀
che bello
la fantascienza e’il mio primo amore
e il primo amore…
affascinante il tatuaggio…
e il clima che si respira leggendo
Affascinante il taglio che hai dato al tutto. Splendido anche questo racconto…senza dubbio.
I miei complimenti
Ha il sapore dei colori del tempo…un racconto affascinante.
Blue
Veramente un bel racconto…
Si parla d’amore, quell’amore per le proprie origine che si sente nel cuore.
Ma l’amore l’amore? Voglio dire: l’amore? 🙂
Grazie Mynona
Ars
Fantascientifico. Interessante la sensazione in molti di noi di provenire da un altro mondo, di non appartenere al pianeta Terra. Scritto molto bene.