Sorseggio le ore
mentre corri nel pensiero e fingi
ché di Ave Marie ne abbiamo dette tante sotto i ponti,
con le briciole sui muri
a masticare con le ombre che ballano
con i guanti che calzo per intrattenere;
– quanto sangue scorre e quante grida –
nel ventre, madre mia, ti sciolgo
e spero, in quanto sterile, d’essere perdonata.
Ho forse altre scelte se non scorrere
e bere ciò che della fame mi restò in gola
e si frantumò
in un grido
in un grido e mille pezzi
come fossimo svegli e dormenti nello stesso istante;
là, nel mentre, giuro mi perdono
e m’accingo solo a credere
che se nell’amore fossimo unici, ti direi più di ora,
molto di più
per non perdere l’odore dell’addio.
bella ma ha un che di malinconico..
Addirittura ManualediMari 🙂
Troppo buono e gentile!
Grazie 🙂
Davvero molto bella questa lirica.
Forte la personalità di chi scrive.
Vi invito tutti a seguire con attenzione il blog di Nereine.
mamma mia…
questi versi sono potentissimi….
davvero una splendida poesia…
complimenti!!!
riccardo