Sono un petalo di gelsomino
sopravvissuto, accartocciandosi,
al rigore dell’inverno.
Cresta di monte
sfavillante di bianco abbandono,
che si consuma nel suo orizzonte
o solo granello di senape,
rimasto tra le pieghe delle dita,
che non si è arreso alle folate di vento?
Più non so.
Ero castello di sabbia
sconvolto da un’onda più audace,
portato via dall’amore del mare
in fondo ai suoi abissi
e mi ritrovo stazione per viandanti,
stanchi di lontananze e di deserti,
che cercano ristoro
nelle increspature delle parole.
Funambola precaria
cammino su frammenti di vetro,
cercando la mia anima
in un oceano di solitudini.
Bellissima poesia. Spesso i nostri sogni sono castelli di sabbia, che un’onda più audace spazzerà via. E’ importante comunque aver sognato, aver vissuto la nostra vita con tutte le proprie forze. Solo così ritroveremo noi stessi, un giorno, e riusciremo a lenirci le ferite senza rimpianti. I miei complimenti, ti invito a visitare il mio blog Lenio Vallati.
Concordo con Robert 🙂 benvenuta ^_^
un sorriso
Gio
Sono molto colpita dalla lucidità, dalla fisicità delle immagini, che risultano molto evocative e prorompenti…
Una poesia equilibrata e bella…
Brava davvero…
Un abbraccio
Grazie. E grazie per avermi invitata.
Benvenuto Petalo di Gelsomino…
Bella lirica, molto intensa nelle immagini e nelle parole.