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Il pontile era pieno di gente. Il caldo imperversava nell’aria, danzando sulle ali dei gabbiani dall’ala bianca e l’occhio attento. La grande palla solare sembrava pulsare. Pulsava forte, come un grande cuore di luce. Fulcro di vita.
Quella vita che scorreva serena.
Ora tra lo sguardo di un bambino che fissava il vecchio pescatore canuto e le sue lenze manovrate, con audace maestria.
Ora tra le parole di una madre che sistemava i capelli disordinati della figlioletta, intenta alle gioie fanciullesche.
I respiri dinamici e gli sguardi vivi, coloravano il mezzodì.
Un susseguirsi di voci e suoni ritmati sfumavano per rincorrersi là verso il porto.
Sola una voce era silente. Spiava senza lasciarsi far vedere.
Non guardava soltanto, ma sentiva il mondo attorno, sembrava stesse attendendo una sorta di rivelazione. Una figura esile, appoggiata ad una panchina, con la mente chissà dove…
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come inizio non potevamo chiedere di meglio..
Mi sono buttata….