I tuoi occhi

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     Le mie parole
    scarne frecce di giada
    nell’imbrunire
    che sbiadisce fluendo lento lento.
    Le mie parole consumano bruciando
    me stessa,
    persa,
    senza sonno.
    Mi annientano dolcemente
    nella mite morte,
    poesia del tuo incedere,
    verso i miei
    occhi,
    occhi che dell’eterna ricerca son messaggeri,
    occhi che son versi di opalina d’incanto,
    occhi che a me non son concessi.
    I tuoi occhi.
    Il mio canto.
    Fuggi da me
    ardito volere,
    nel pianto
    abbandona la cella segreta del cuore.
    Momento confinato,
     è secolo intero,
    che mi racchiude e mi ferisce,
    e poi mi uccide
    nello sfiorarsi appena,
    nel segreto della certezza distorta.
    Momento di noi,
    tempo e delirio che mai si basta,
    e trema nello sguardo,
    amor che non deve portar nome.
    Fragranza strappata
    nell’incedere dell’onda.
    Vibra tutto l’essere in abissi
    che non hanno luce, persa,
    per vincere
    la libertà tua,
    per non smarrirsi.
    Mai.
    Levati su quest’alba,
    che non giungerà,
    ché affonda leggera in un fiele che la raggela.
    Nei tuoi lapislazzuli vividi come i cieli d’agosto,
    sfumano i miei ombra d’autunno.
    Presagio di paradiso, e porta per inferi
    che votano il desio verso l’impossibile.
    I tuoi occhi.
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