Milano, giugno 2004 –
«Sei pronta? Hai finito di preparare i bagagli?» disse Sabina dalla cucina.
«Dobbiamo solo andare in vacanza tre settimane non un anno».
«Sì, sì ho fatto» rispose Sonia dalla camera da letto «sai che ieri sera sono rimasta fino a tardi al lavoro per finire tutto, e mi sono ritrovata a dovere preparare tutto stamattina».
Erano due anni che Sonia non faceva vacanze, da quando aveva cominciato a lavorare presso la Ditta Mayer International di alta moda a Cologno Monzese, era il suo sogno da sempre e ci si era buttata anima e corpo, rinunciando alle vacanze e alla vita privata.
Sabina era la sua amica del cuore, si conoscevano da quando avevano sei anni, da quando per lavoro il padre di Sonia si era trasferito a Milano.
«Sai ci tengo a non dimenticare nulla» ribadì Sonia «voglio proprio coccolarmi durante queste ferie. Ma sei sicura che i tuoi non vadano nella casa di Ubiarco (un piccolo paese della Spagna) fino alla fine di giugno?».
«Certo, loro fanno sempre il mese di luglio e agosto, sono abitudinari» rispose Sabina «e non hanno ancora capito che sono i mesi più brutti, un caldo infernale e un’afa soffocante».
In quel momento suonò il campanello, era il taxi che avevano chiamato per andare all’aeroporto. .
Sonia controllò che fosse tutto a posto, luce, gas, acqua erano staccate, si girò indietro ancora una volta e uscì.
Sonia era molto legata alla sua casa, aveva fatto tanti sacrifici per comprarla dopo che Ludovico l’aveva lasciata per andare a cercare il suo “io” in Tibet.
Dovevano andarci a vivere insieme, l’avevano scelta insieme si trovava alla periferia di Milano Due, non distante dal lavoro, con la tangenziale si arrivava in un attimo, in un posto tranquillo con tanto verde intorno, e come musica solo il cinguettìo degli uccellini che ogni mattina le davano il buongiorno.
Era una delizia svegliarsi la mattina solo per potere ammirare il paesaggio che si presentava davanti agli occhi, era un risveglio che ti riempiva di energia per iniziare bene la giornata.
Avevano deciso di comprarla dopo che Sonia era riuscita a farsi assumere presso la Mayer International, era il loro regalo per festeggiare il suo successo.
Ma una mattina svegliandosi, invece del corpo sodo e muscolo di Ludo, così era abituata a chiamarlo, al suo fianco trovò un biglietto con poche righe: ‘Perdonami ma devo capire cosa voglio dalla vita, un abbraccio Ludo’.
All’improvviso le mancò il respiro, fu peggio di una doccia fredda, un bruttissimo risveglio, si vide crollare il mondo addosso, e ora cosa farò? Lui mi completava, mi sento persa senza di lui. Girò e rigirò per casa in pigiama e a piedi nudi, Sonia amava camminare scalza e Ludo la rimproverava sempre, la prima persona alla quale pensava in quei momenti era Sabina, l’unica che riusciva a farla ragionare e a darle i consigli migliori, nonostante fosse un po’ pazza e avesse la testa calda.
«Ma ci pensi? Andiamo in vacanza tre settimane!» urlò Sabina all’aeroporto di Santander «andremo a tutte le feste che faranno, sai che ho i contatti giusti, gente piena di soldi, ville mega galattiche, stalloni a non finire e…».
«Sai che le feste mi piacciono» rispose Sonia cercando di frenare l’euforia di Sabina «ma l’ambiente non è il mio, io preferisco persone più modeste, casali invece di ville, belli ma con cervello…».
«Lo so, lo so, sbuffò Sabina».
Erano legate come due sorelle, ma erano molto diverse tra loro; Sabina con lunghi capelli biondi evanescente, alta un metro e settanta, seno a coppa di champagne, taglia quaran-taquattro, era frivola, un po’ superficiale amava il lusso e odiava tutto ciò che costava fatica.
Sonia una massa di capelli ricci e neri, alta un metro e sessantanove petto prosperoso, taglia quarantadue, era solare e riflessiva, amava la semplicità e adorava fare sport, d’inverno prediligeva lo spinning, ma appena si allungavano le giornate, cominciava la sua corsa mattutina, le dava la carica per iniziare bene la giornata e scaricare lo stress.
«Ottimo viaggio vero?» affermò Sonia all’atterraggio «complimenti al pilota».
«Se guida come si muove a letto, uhm, è da provare» ribadì Sabina maliziosamente.
«Ma è un chiodo fisso il tuo» disse Sonia ridendo «e adesso via, verso la nostra casa per tre settimane».
L’appartamento di Sabina a Ubiarco era veramente straordinario, poggiava direttamente sul mare, uscendo sulla veranda ti trovavi davanti la spiaggia e una piccola insenatura che racchiudeva la costruzione formando un angolo privato e intimo.
Un ampio salone molto luminoso ti accoglieva appena entravi, sul lato sinistro c’era l’angolo cottura, poi il reparto notte con due camere da letto, ognuna con il bagno in camera.
Il padre di Sabina appena lo vide nel ’99 durante un viaggio di lavoro, decise di acquistarlo come residenza estiva e non solo.
Il paese di Ubiarco faceva parte del Comune di Santillana del Mar, e si trovava a metà strada fra Santillana del Mar e Suances.
Era un bel paese costiero orgoglioso di avere le più spettacolari scogliere vergini della Cantabria, dove la pesca e l’allevamento permettevano una perfetta armonia fra la vita del paese e l’agriturismo.
Il posto perfetto, insomma, per godere le vacanze in modo sano e tranquillo.
Il Signor Malpeli si poteva permettere questo e altro, era proprietario di una ditta import-exsport di biancheria intima, per questo Sabina amava il lusso, era cresciuta nella bambagia e nel vizio, anche se la vicinanza di Sonia aveva fatto in modo che moderasse l’arroganza della madre e la superficialità del padre.
«Dormiamo in camere separate, ti va?» ridacchiò Sabina «così siamo libere di portare in casa chi vogliamo».
«Ma anche e soprattutto per riuscire a dormire» rispose Sonia ridendo «visto che russi come un orso».
«Ma va’» ringhiò Sabina in risposta tirandole un cuscino in fronte «adesso telefono a Pamela e le chiedo cosa hanno previsto per stasera, perché cominciano le danze».
«Di già» mugulò Sonia «io voglio rilassarmi, siamo appena arrivate abbiamo tutto il tempo!».
«Rilassarti? Ma tu sei pazza, in vacanza si viene per vivere come si deve non per rilassarsi» rispose Sabina.
«Ognuno cara mia vede la vacanza come vuole, tu sesso, droga e rock and rool, io» rispose Sonia, «per rilassarmi, disintossicarmi dalla vita di Milano, abbronzarmi e dormire, dormire, dormire…».
«Cara, ti ricordo che ormai hai ventotto anni, pensi di fare ancora per molto la suora di clausura? Guarda che Ludovico ormai è morto e sepolto, o forse speri ancora in un suo ritorno?» affermò Sabina con aria perplessa e interrogativa.
«Cosa c’entra adesso Ludovico?» rispose Sonia inviperita «lo sai che non penso più a lui già da un po’».
Si guardarono negli occhi per cercare di percepire l’una nell’altra il pensiero che attraversava in quel momento la loro mente, Sonia sapeva che Sabina aveva ragione, lei non aveva mai del tutto abbandonato la speranza che Ludo potesse rinsavirsi e tornare, per Sonia era stato l’uomo più importante della sua vita, e su di lui aveva fatto affidamento a lungo termine.
Lui se ne andò dopo cinque anni di fidanzamento così all’improvviso, e lei non si era mai accorta del suo cambiamento o insoddisfazione, pensava che andasse tutto bene, o forse voleva evitare di vedere la realtà nascondendo la testa sotto la sabbia.
Da diverso tempo le cose erano cambiate, non c’era più l’affiatamento iniziale, il desiderio che gli divorava ogni volta che si sfioravano, ma Sonia dava la colpa al troppo lavoro o al fatto che dopo tanti anni a tutte le coppie capitava di avere un momento di crisi, così non affrontava mai il problema fino a quando senza troppe parole Ludovico aveva deciso per tutti e due.
Sabina invece sperava sempre che Sonia potesse incontrare qualcuno che riuscisse a fargli dimenticare quel bastardo, per questo cercava di coinvolgerla il più possibile alla vita mondana, anche se molte volte la mondanità rappresentava un cinema o una pizza, a Sonia non piaceva la confusione a differenza di Sabina che invece sarebbe andata sempre a ballare o a qualche festa.
Sabina raggiunse Sonia in spiaggia che nel frattempo per smaltire il ricordo di Ludovico che faceva ancora maledettamente male, si era buttata in un bagno di sole, le confermò che la sera stessa sarebbero andate a una festa.
«A casa di chi?!» chiese Sonia.
***
Dal libro A Santillana del mar – Amori, intrighi e tormenti di Sandra Gallani, recensito da Nicla Morletti nel Portale Manuale di Mari.
Questo romanzo rispecchia molto l’autrice: le sue esperienze passate, i suoi sogni……E’ un libro avvincente che riesce a trattare con molta naturalezza anche i fatti più dolorosi e condisce il tutto con brio, spontaneità e voglia di vivere. In bocca al lupo x i prossimi romanzi!!
Ottima caratterizzazione dei personaggi e ritmo narrativo. Una piacevole lettura… chissa’ se la scrittrice ci offrira’ un seguito…!
Questo libro l’ho iniziato e finito in pochi giorni,l’ho letteralmente “divorato”.Complimenti alla scrittrice che è riuscita a trasmettere in modo leggero ma senza superficialità la mia stessa maniera filosofica di vivere la vita, il romanzo mi ha ricordato il modo di scrivere di Isabel Allende che per me è grandiosa.
LA lettura di questo romanzo è molto avvincente. E’ una storia che si legge molto volentieri e fa parte di quella categoria di libri che una volta iniziati non si riesce più a smettere di leggerli; io l’ho letto in due giorni.
Domanda… a quando il prossimo romanzo?
Ho letto il libro tutto d’un fiato, non mi andava di aspettare per sapere cosa sarebbe successo e a chi. Direi che è stato uno dei momenti di lettura più piacevoli degli ultimi tempi, mi ci sono trovata in tante situazioni narrate, in tanti stati d’animo scritti, penso sia una “buona lettura”, finalmente una lettura pulita, di quelle che ti fanno sognare e ti fanno anche commuovere. Mi auguro di poter trovare in libreria altre pubblicazioni di questa moderna ma soprattutto realistica scrittrice. Complimenti ancora e in bocca al lupo per ogni altro pezzo di vita che ci vorrà regalare
La lettura di questo libro é molto piacevole, rilassante anche se ricca di contenuti.
E’ uno di quei libri che non vedi l’ora di riprendere in mano quando torni a casa la sera, é coinvolgente e ti trasporta con leggerezza, ma non superficialità, a Santillana del Mar, tra personaggi di fantasia ma molto simili a tutti noi.
Veramente delizioso !