Era una delle stelle più piccole del firmamento.
Ogni notte illuminava il buio profondo del cielo con le altre stelle, e la sua luce, anche se piccola, era tra le più splendenti.
Un giorno, dopo aver attraversato nello spazio una tempesta di onde magnetiche molto violente, iniziò a sentire alle sue punte dei dolori che col tempo divennero sempre più forti. Sperò di guarire, ma il Medico-delle-Stelle dovette purtroppo toglierle ogni speranza: ai danni delle onde magnetiche non c’era rimedio, la stellina era dunque destinata a non poter più salire con le sue sole forze ai livelli più alti del cielo.
Ma lei non si scoraggiò: si fece dare dagli angeli un piccolo bastone per sostenersi e tentare di salire più in alto che poteva.
Non capita tutti i giorni di vedere una stellina che si sposta nel cielo appoggiandosi a un bastoncino, e grande era la meraviglia delle comete e degli asteroidi che la incontravano. Le stelle sue sorelle, che ogni notte la aiutavano a salire, la chiamarono Bastoncina.
Ma con il trascorrere degli anni le stelle si stancarono di aiutarla: erano troppo impegnate, c’era tutto un universo da illuminare, non c’era tempo per lei.
E così Bastoncina, tristemente, dovette rassegnarsi a rimanere confinata nei livelli più bassi del cielo, orbitando lentamente intorno alla Terra sempre appoggiandosi al suo piccolo bastone.
Passò forse qualche decina di secoli, poi una notte la stellina stava percorrendo il suo solito cammino quando scorse la figura luminosa di un angelo che le si avvicinava rapidamente.
Lo riconobbe quasi subito: era Gabriele, non lo incontrava da tanto tempo.
– Ciao Gabriele.
– Ciao Bastoncina. Dio sia lodato, è un miracolo che tu sia qui.
– Perché un miracolo ?
– Perché in questo momento sei l’unica stellina così vicina alla Terra da illuminare la via a chi ne ha bisogno.
– E chi può avere bisogno della mia luce ? – domandò triste Bastoncina.
– Seguimi e lo saprai.
Bastoncina seguì Gabriele scendendo sempre più verso la Terra finché riuscì a distinguere l’immenso Oceano, le terre del Catai, le Indie, la Persia.
– Ora che abbiamo oltrepassato la Mesopotamia – disse Gabriele – cosa vedi sulla rotta del deserto che porta a Gerusalemme ?
Bastoncina aguzzò la vista e distinse tre uomini a capo di una piccola carovana che, sui loro cammelli, avanzavano incerti fra le dune e le rocce.
– Sono tre grandi re, i Re Magi – spiegò Gabriele – che sono in viaggio per Betlemme, ma nella notte buia del deserto hanno smarrito la strada. Bastoncina, sarai tu a mostrare con la tua luce la via per Betlemme.
– Perché sono diretti lì ?
– Perché a Betlemme, questa notte, nascerà il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo.
Bastoncina ebbe un sobbalzo.
– E io, proprio io, dovrei guidarli a lui ?
– Certamente. Vedi all’orizzonte quella piccola capanna appena fuori Betlemme ? Il Salvatore sta per nascere lì.
– Ma Gabriele, le stelle mie sorelle sono molto più grandi, più splendenti, potrebbero illuminare la via meglio di me…
– No, loro sono lassù nel firmamento, sono troppo distanti, non arriverebbero mai in tempo. Invece tu sei qui, a percorrere il cielo con il tuo bastoncino, e il tuo cammino di dolore si trasformerà in un cammino di gloria immensa. Illumina la loro via, Bastoncina.
La stellina scese più che poté, e quando si portò verso Betlemme vide che i Re Magi avevano cambiato il loro percorso e la seguivano.
Facendo forza sul suo bastoncino, dimenticò ogni dolore e continuò a scendere verso la capanna che Gabriele le aveva indicato. Giunse sopra di essa e si fermò, illuminando il cielo circostante. Si accorse allora che molti pastori, anche loro guidati dalla sua luce, erano arrivati alla capanna con i loro greggi.
Il Salvatore era nato, suo padre lo guardava con amore e la mamma lo teneva fra le braccia avvolto in un panno. Un bue e un asinello gli erano così vicini da sfiorarlo con i loro musi per riscaldarlo. Gabriele, con gli altri angeli, intonò dal cielo un canto di lode e di gioia che allietò il cuore di Bastoncina.
Il sole sorse e tramontò una decina di volte, poi giunsero i Re Magi che, inchinatisi davanti al Bambino, lo adorarono.
Bastoncina comprese allora che il suo compito era terminato e iniziò il ritorno verso il cielo, anche se era ben consapevole che i dolori non le avrebbero consentito di salire molto in alto.
Fu allora che udì distintamente una voce:
“Bastoncina, tu eri la più piccola delle stelle. Ora sali nella gloria dei cieli, sei la stella più fulgida dell’Universo e ti voglio accanto a me”.
D’un colpo Bastoncina sentì svanire ogni dolore e lasciò andare il suo bastone, non le serviva più.
Iniziò a salire più leggera dell’aria, più in alto di ogni altra stella, attraversò tutti i cieli e, accompagnata da Gabriele e dagli angeli che continuavano a intonare il loro canto di gioia, raggiunse finalmente il Centro dell’Universo per essere assunta in eterno nella gloria suprema del suo Creatore.
Timur Lenk
Mio caro Timur,
se esiste una storia che dà senso al Natale e alla vita in genere,
è quella della stella Bastoncina. La più umile, la più dolce di tutte le stelle.
Mi sembra di poterla paragonare a una donna-sirena chiedendoti venia…
Il tuo è il canto altissimo ‘degli ultimi che diventano i primi’ , delle virtù nascoste,
della nobiltà dei cuori semplici, dei limiti che spesso si trasformano in ali…
Tu insegni a credere a coloro che si arrendono facilmente e lo fai senza
salire sul pulpito, con levità, con tenerezza, senza supponenza.
Leggerti è scivolare nel brivido del sogno…
E’ credere a un mondo giusto.
Ti ringrazio e ti stringo.
Cara Maria, come di consueto sai trovare delle parole bellissime, che spero di meritare. Che si possa sempre credere nell’amore generato dal saper vivere la saggezza delle piccole cose, che possono diventare belle e grandi come cattedrali.
Un affettuoso saluto. Timur