Ricordi d’estate

Ricordava ancora quel giorno d’estate, erano saliti su un monte si tenevano la mano, d’intorno la radura era accesa di luce, un venticello leggero soffiava tra le fronde degli alberi, ogni cosa intrisa di magia parlava, il vento soffiava parole dolci d’amore e una melodia leggera come il suono di una musica accompagnava i suoi pensieri.

Lo aveva guardato negli occhi…

Oscar aveva occhi scuri e profondi, espressivi e ridenti. Il sole gli accarezzava dolcemente il viso velando emozioni e sentimenti, sentiva che niente li avrebbe allontanati, ed una leggera sensazione di calore le invadeva l’anima.

Stesi sul prato soffice guardavano il cielo attraversato da banchi di nuvole bianche ed ovattate. D’improvviso uscì una lacrima, Oscar la raccolse con delicatezza, poi le sorrise si guardarono di nuovo, occhi come specchi a scrutarsi l’anima si strinsero e iniziarono a ridere a crepapelle senza motivo come due ragazzini, anche se adesso non lo erano più.

Forse erano ridicoli, forse il tempo si era fermato così in quel momento soltanto per loro, sembrava che la natura, il mondo l’universo cospirassero contro il tutto per farlo durare in eterno.

Ogni cosa si era fermata e quell’attimo sarebbe durato per sempre, immobile nel ricordo come imprigionato.

Un momento galeotto bagnato da una lacrima arrestato da un sorriso nel cuore che cominciava indissolubilmente a battere come il rumore delle lancette di un orologio, poi una nuvola annebbiò il cielo, lo sguardo, la radura e provocò un fremito,  fu in quel momento che Oscar la baciò con passione, un bacio lungo, intenso e in quell’abbraccio ritrovò l’uomo di un tempo, il ragazzino che aveva conosciuto a scuola, il loro amore immutato, rinnovato come i loro corpi segnati dagli anni, le rughe incise sui volti facevano presagire che non erano più a scuola, che erano “grandi” ma forse solo adesso stavano vivendo.

“Con gli occhi dell’ esperienza si impara a vivere”-le diceva suo padre da piccola, ma allora queste parole suonavano come un insulto, Lisa non ci badava, ma dall’ eco di quella voce adesso capiva tutto!

Stava vivendo adesso come mai.

Oscar e Lisa, come ai tempi della scuola, Oscar e Lisa adesso a 50 anni, ora come allora le stesse emozioni, si erano perduti e poi ritrovati, ormai non ci sperava più!

Quando cresci è facile dimenticare il passato, quando cresci cancelli ogni emozione, la vita è così difficile, devi imparare!

Oscar le aveva preso la mano e avevano ballato cantando ” Inisible Touch” dei Genesis urlando e ridendo -“She seems to have an invisible touch yeah !!! She reaches in, grabs right hold of your heart !!
She seems to have an invisible touch yeah!!! It takes control and slowly tears you apart!”.

Ed era davvero come se un tocco invisibile solcasse il loro cuore e lo squarciasse…una miriade di emozioni in un momento, cercava di non dimeticarlo di ricordare persino l’odore dell’ erba, il verso delle cicale.

Era la prima volta che viveva, la prima volta che qualcuno le disse TI AMO credendolo.

Fu così rapido Oscar a pronunciare quelle parole che adesso nemmeno riusciva a ricordare se le avesse pronunciate.

Ma in fondo tra loro non servivano parole, soltanto sguardi e quella melodia:- “She seems to have an invisible touch yeah !!! She reaches in, grabs right hold of your heart !!”.

Crollarono sul parato sfiniti, con il sorriso sulle labbra…

-Lisa- sussurrò Oscar- da quanto volevo dirtelo, da quanto aspettavo questo momento!-poi sospirò…e tacque, ma quel sospiro suonò come un rumore nella natura, quel sospiro nascondeva qualcosa di oscuro…

Parole amare come artigli: -“She seems to have an invisible touch yeah !!! She reaches in, grabs right hold of your heart !!”- nella mente suonava ancora questa melodia…

Allora Lisa non avvertì il significato di quel sospiro.

Adesso Lisa lo conosceva, adesso Lisa ricordava ogni momento di quel giorno adesso che Oscar non c’era più, adesso che era al cospetto di una lapide.

Era malato, Cancro, ma non le aveva parlato della sua malattia, aveva voluto vivere quel momento, forse l’ultimo, sapeva che gli mancava poco tempo e non voleva morire con il rimorso di parole non dette, di quei sorrisi non vissuti, di emozioni non provate, così la aveva cercata dopo tanti anni, le aveva chiesto quell’incontro.

Lisa era lì, in un cimitero e sorrideva, forse sembrava stupida, perchè guardava la lapide di Oscar e sorrideva, guardava il cielo e sorrideva poi iniziò a ridere a crepapelle come allora come quel giorno su quel monte mentre una musica nella sua mente ripeteva lo stesso ritornello:-“She seems to have an invisible touch yeah !!! She reaches in, grabs right hold of your heart !!”- la colonna sonora della prima volta in cui “aveva vissuto, la prima volta in cui qualcuno le aveva detto TI AMO credendolo”!

In quel momento era davvero come se un tocco invisibile solcasse il suo cuore e lo squarciasse…

5 Commenti

  1. Breve è il momento dove si vive liberamente, con occhi da bambini, guardiamo il mondo con curiosità e godiamo di ogni attimo, ma poi… la società ci trascina in gabbie, schemi, meccanismi e smettiamo di vivere… Spesso, quando ormai è tardi, quando l’urgenza ci chiama, ci accorgiamo di non aver vissuto e cerchiamo di recuperare… Ma è ora che bisogna vivere. Vivere intensamente ogni istante, come fosse l’ultimo.

  2. Che cosa sarebbe la nostra vita senza l’amore? Senza quel sentimento magico che fa vibrare il nostro cuore in sintonia con il sole, il vento, il mare, e ci fa correre come ragazzini anche se non lo siamo più? Mi piacciono le tue parole, come pure le tue poesie, che trovo davvero molto belle e pervase da una profonda luce interiore.

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